TOP BAROLO CRU: LA SELEZIONE DI ART & WINE. Migliori Vini MGA secondo Garreffa: vicecampione nazionale AIS Nebbiolo

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Nell’immagine di copertina Rodolfo Migliorini proprietario dei Poderi Rocche dei Manzoni con le sue etichette di Barolo e una bottiglia di Barolo Docg Bricco Boschis Vigna San Giuseppe della Tenuta Cavallotto

introduzione di Fabio Giuseppe Carlo Carisio – fondatore e direttore Art & Wine News

Alla fine ci siamo cascati anche noi! In 10 anni di vita del magazine patinato Art & Wine (2006-2016) e 16 del sito web Art & Wine News (dal 2007) non abbiamo mai proposto una “classifica” dei migliori cru di Barolo.

L’avevamo fatta solo in modo divertente durante alle varie edizioni degli Art & Wine Festival (Vercelli 2009, Villa Erba – Com 2014, Cassinetta di Lugagnano e Villa Burba – Rho 2015) tra i degustatori dei 22 Barolo Crus proposti in assaggio ma comunicandola solo alle aziende vitivinicole partecipanti.

Oggi invece, dopo le erculee fatiche affrontate dal sommelier Sergio Garreffa, vicecampione nazionale AIS per il Nebbiolo nel 2017, nell’assaggiare in modo meditato i vini delle più blasonate cantine della Langa del Barolo o di quelle più giovani, piccole ed emergenti ma già sfavillanti di qualità, abbiamo voluto proporvi una “selezione” di quelli che il degustatore professionista ha ritenuto i “migliori”.

Ovviamente gli mancano ancora tante cantine da visitare e pertanto si tratta di un elenco parziale sebbene già basato su una preselezione mirata fatta dal direttore di Art & Wine nel corso dei suoi 12 anni di residenza a Barolo.

Fabio Carisio davanti alla Cappella del Barolo in località Brunate di La Morra

Va rammentato che si stanno valutando le Menzione Geografiche Aggiuntive dei Barolo, ovvero le singole vigne in etichetta (CRU alla francese e SORI alla piemontese) che rappresentano non solo il meglio della produzione vitivinicola locale e Italiana ma anche di quella MONDIALE!!!

Non può essere una vera classifica (infatti abbiamo omesso punteggi) perché si tratta di un itinerario compiuto con calma e serenità nell’arco di quasi quattro anni assaggiando differenti annate nel pieno della oro maturità d affinamento e, pertanto, non viziate dalla loro prematura esposizione agli eventi di presentazioni delle nuova annate nei quali, soprattutto per quelli primaverili, le cantine imbottigliano prematuramente dei Barolo Docg solo per la preview che non mettono nemmeno in commercio in quanto ritenuti ancor un po’ “acerbi” come possono esserlo i già rigogliosi grappoli di Nebbiolo Lampia o Michet a fine agosto.

Secondo il consiglio dei nonni di Langa, infatti, il Barolo va bevuto non prima dell’autunno dell’anno di commercializzazione.

Al posto delle immagini delle bottiglie abbiamo inserito i link agli articoli originali per permettere di scoprire nei dettagli tutte le caratteristiche peculiari delle aziende vitivinicole che ci hanno accorto con cortesia, disponibilità ed entusiasmo.

Ovviamente questa selezione è influenzata in modo marcato dalla soggettività del palato dell’ottimo sommelier e collaboratore di Art & Wine Sergio Garreffa che ama definirsi in modo sintetico e modesto…

Appassionato di cibo e vino, che ha inizio nel lontano 1982, con una carriera da degustatore professionista A.I.S. dal 2018 al 2022 Delegato del Tigullio Promontorio Portofino.

Ambasciatore del Vermentino dal 2016 e miglior Sommelier della Liguria 2011, nonché secondo al master del Barolo, Sagrantino e Lambrusco e terzo posto al Prosecco e Friulano.

Oggi con grande passione e amore qui su Art & Wine per recensire e descrivere le storie di importanti aziende del settore vinicolo.

Buona lettura


La Selezione dei Barolo Cru secondo Sergio Garreffa

di Sergio Garreffa 

In queste degustazioni orizzontali degustiamo vini dello stesso vitigno, sì, ma di annate diverse e di produttori differenti e possiamo cogliere le varie differenze relative al terroir e lo stile delle aziende.

Rocche dei Manzoni Barolo Docg Bricco San Pietro 2015 – “Vigna d’la Roul”

Questa Mga (Menzione Geografica Aggiuntiva) Bricco San Pietro è la più grande per estensione a Monforte d’Alba e della Langa. Il primo anno di produzione risale al 1974. La vinificazione avviene con selezione delle uve, fermentazione a temperatura controllata per circa 21 giorni a contatto delle bucce, invecchiamento in legno e primo affinamento in cemento e ulteriore affinamento in bottiglia.

Il sommelier Sergio Garreffa con il proprietario di Rocche dei Manzoni Rodolfo Migliorini

Il vino

Alla vista ha un bel colore granato piuttosto cupo con qualche riflesso aranciato. Grandi profumi di una componente di piccoli frutti maturi, mora e lampone e note di ribes rosso, dolci le spezie con cannella e chiodo di garofano e un tocco di balsamico ginepro, e una sensazione di funghi secchi e un ricordo di caramello e catrame vegetale leggerissimo e appena un tocco di caffè tostato.

ROCCHE DEI MANZONI, LA REGGIA DEL BAROLO. Grandi Cru ma anche Brut millesimati di Rodolfo Migliorini

In bocca si svela rapidamente con un frutto più dolce, succoso e denso, corroborato da una sapida speziatura e un tannino fitto, che non ha rinunciato del tutto a far sentire il suo carattere mascolino, ma lo fa con delicatezza ed eleganza. Ha una progressione lenta, continua e complessa, che sostiene e ravviva il gusto, che potrà aumentare con qualche anno di invecchiamento. Sorprendente.


Tenuta Cavallotto – Barolo Docg Riserva Bricco Boschis – Vigna San Giuseppe 2013

Superficie 2.39 ha numero viti 11.500 con esposizione Sud –Ovest età media delle viti 55 anni con giacitura tra i 310 e i 340 metri di altezza. Con una produzione da 6.600 a 9.900 bottiglie e 1333 Magnum.

Dalla migliore selezioni delle uve della singola vigna San Giuseppe i Cavallotto ottengono questo preziosa Riserva, vinificando e imbottigliando in purezza a partire dal 1970. Una vecchissima vigna reimpiantata tra il 1932 e il 1956 in 9 parcelle, dimostrando qualità da “Marcaleone” ossia vigneti estremamente eccelse.

Il vino

Il colore è rosso granato profondo con leggeri bagliori aranciato. Grandi profumi maturi di frutta rossa macerata e petali di rosa appassiti e ricordi di torrefazione concentrato, mentre la nota di camino è leggermente balsamica e tostata, il tutto corredato da note di cannella, noce moscata e chiodo di garofano. Gran dolcezza e maturità con frutto consistente, quasi masticabile, con una trama fine ma viva che lascia una sensazione felpata alle gengive, quasi non si riesce a separare e distinguere gli elementi da tanto sono concentrati e complessi tra loro.

CAVALLOTTO, SULLE COLLINE DEI GRANDI BAROLO: Bricco Boschis e Vignolo a Castiglione Falletto

Vino di compattezza e complessità, profondità ed eleganza stupefacente, lungo e appagante epilogo sapido. Da bersi presto e/o per i prossimi 15 anni. Nel 1976 i Cavallotto fecero una nuova rivoluzionaria sperimentazione che assicurò per la prima volta in Piemonte una tecnica agronomica priva di prodotti chimici di sintesi, praticarono una lotta biologica contro il ragnetto rosso introducendo nei vigneti insetti e acari predatori (fitoseidi) precedentemente eliminati per effetto collaterale dei trattamenti chimici.


Giovanni Rosso – Barolo Docg Vigna Rionda 2016

Totale ettari 1,2 di cui 0,8 vigna giovane impiantata nel 2011 Un vitigno e una Mga tra i più importanti delle langhe, un tempo le sue uve venivano vendute più del doppio rispetto alle altre. Il primo ad ottenere 100 punti Parker della storia dei vini italiani.

Viti impiantate nel 1946, esposizione Sud, prima annata di produzione 2007 (Tommaso Canale) 2011 Ester Canale. La fermentazione dura circa 28 giorni con rimontaggi giornalieri, vinificazione in vasche di acciaio. Affinamento in botti da 16 hl di rovere di Slavonia dai 18 ai 36 mesi.

Il vino:

Ha un colore rosso rubino integro con lieve riflesso granato. Ottimi profumi speziati con un immediato tocco di legna arsa e tabacco dolce, con note candite e caramello, solo successivamente arrivano le note floreali, rosa di macchia appassita e fruttate discretamente mature e dolci di lamponi e ciliegia. Il carattere speziato è subito ben evidente anche al palato e si fondono rapidamente con la trama tannica abbastanza fitta e viva, fine e consistente.

GIOVANNI ROSSO, I BAROLO DI SERRALUNGA D’ALBA: Vigna Rionda, Cerretta e Serra

Al gusto la sua sensazione fruttata dolce e matura si fa più succosa e arriva con più lentezza e delicatezza, ma avvolgendosi alla trama tannica diventa consistente ed elegante, regalando con la sua persistenza un mix di liquirizia e caffè. Un vino decisamente moderno e complesso che lascia trasparire una impronta muscolosa di grande personalità che si rende già godibile e che tra qualche anno in più potrà farsi più intrigante e disponibile.

In abbinamento a portate elaborate, cariche, come tutte le ricette a base di tartufo e piatti di carne, primi a base di funghi porcini, la cacciagione e i formaggi stagionati.


Rivetto – Barolo Lazzarito Docg 2013 

Vinificazione. Diraspatura- pigiatura e macerazione sulle bucce, segue la fermentazione a temperatura controllata in vasche di acciaio. La macerazione di circa 20 giorni . Affinamento in legno, l’invecchiamento circa 38 mesi e 18 in botti grandi con un passaggio in barriques.

Il vino: Il colore rubino granato profondo, con leggeri ricordi aranciati. I profumi si esprimono su note floreali che ci ricordano anzitutto la rosa canina ed il lampone maturo e dolce, solo lievemente anche la ciliegia e il ribes.

RIVETTO, DAL BAROLO LAZZARITO AL BARBARESCO MONTERSINO. I segreti del winemaker Alessandro

Il carattere speziato è subito evidente anche al palato e si fonde velocemente con la trama tannica abbastanza fitta e viva, fine e consistente, con punte appena piccanti e calde tra pepe, chiodo di garofano e una leggera cannella, con un’impronta balsamica. Una personalità distinta, che mostra un saldo carattere che il      terreno gli conferisce. In sottofondo arriva con più lentezza e delicatezza note di tabacco e rosa di macchia appassita.

Con un buon invecchiamento per essere colto al meglio e potrà essere vitale per i prossimi 15 anni. Ottima espressione del vitigno Nebbiolo in una annata, la 2013, davvero eccezionale. Avrà una possibilità di crescita straordinaria nei prossimi anni, anche se pienamente godibile da subito.


Voerzio-Martini – Barolo Docg La Serra 2016

Il colore è di un rosso rubino con bagliori granato di media intensità. I profumi si aprono su toni molto speziati e con lieve nota tostata che si fonde su una legna arsa del camino. Il frutto rimane più in sottofondo ed il tocco floreale ricorda decisamente la rosa canina ed anche fiori appena appassiti. Al gusto arriva un frutto dolcissimo con ricordi di canditi e zucchero caramellato.

VOERZIO MARTINI, LA CANTINA DEI PROFUMI Il Barolo La Serra attende Il Cerequio

La trama tannica è fine, minuta e crea un bel sostegno gustativo che da continuità ed eleganza, sapidità e minerale. Ha un carattere straordinariamente ampio, fine, che si svela con progressione travolgente. Direi già pronto e ottimo al gusto e godibile fra qualche anno di invecchiamento. L’uva è ottenuta dal vitigno Nebbiolo di varietà Michet.


Ettore Germano – Barolo Docg Cerretta 2016 

Una buona parte di queste vigne, che va dalla strada Teodoro e giunge alla cascina Sordo, apparteneva all’inizio del secolo a “Tota Virginia Ferrero” che affittava a mezzadria ai contadini della zona. Prima ancora la Cerretta, e buona parte del comune di Serralunga, era di proprietà dell’Opera Pia Barolo, come testimonia il registro redatto nel 1859. L’area si estende su 20 giornate piemontesi, ossia circa 8 ettari.

La “Giornata Piemontese” è un’antica unità di misura, usata ancora oggi. Corrisponde a 3810 mq, un quadrato di circa 62 metri per lato di terreno, arabile mediamente da una copia di buoi.

Il vino

Sergio Germano ci stupisce ancora con questo prodotto unico, dal suo corredo profondo, la sua mano lo mantiene preciso, profondo, Serralunga e la Cerretta è anche questo. Alla vista ha una bella tonalità granato di discreta intensità.

ETTORE GERMANO, GRANDI SORI’ DI BAROLO A SERRALUNGA. Sergio, Pioniere di Riesling e Alta Langa

Grandi profumi di fiori dolci, ad esso si unisce una componente fruttata di piccoli frutti di bosco come il ribes rosso e lampone, dolci anche le spezie con cannella e chiodi di garofano e un tocco di balsamico ginepro.

Al palato succoso, si sposa ad una attraente trama tannica non troppo imponente, apparentemente morbida, ma senza risultare troppo nervosa sostiene e ravviva il gusto senza note amare. Eleganza, che si fa cogliere presto e che potrà aumentare con qualche anno di invecchiamento.


Stra – Barolo Docg Ciocchini–Loschetto 2019 

Questa menzione Ciocchini-Loschetto insieme a quella di Corini-Pallaretta, copre l’intero versante che dal confine con Barolo arriva fino alle porte del paese di Novello. Da questo singolo vigneto la famiglia Stra è l’unica a produce questa menzione dal 2014. Vinificazione: fermentazione e macerazione di circa tre settimane a temperatura controllata, seguono 3 anni di affinamento in botti di rovere.

Il vino:

Ha un colore rosso rubino integro e con lieve riflesso bruno-granato. Ottimi profumi speziati in un immediato tocco di legna arsa, di seguito si percepiscono le note floreali, rosa di macchia e note fruttate mature e dolci di lampone e ciliegia. Con un carattere speziato intenso con punte appena piccanti e calde tra pepe, chiodo di garofano e cannella. Al palato si fondono con la trama tannica abbastanza fitta e viva, fine e consistente, persistente e allo stesso tempo elegante. Di carattere generoso e pieno di vitalità, questo grande Barolo che prima sembra quietarsi e subito dopo dare improvvise rotondità. Tante emozioni in un calice di Barolo, un nettare per l’olfatto e il palato. Grazie a Roberto, Maresa e Paolo.

A NOVELLO ENTUSIASMANTI CRU DI BAROLO DELLA CANTINA STRA. Insieme ai vini Nascetta e Dogliani


Angelo Germano – Barolo Docg Bussia 2015 

Vino prodotto nel comune di Monforte d’Alba. Vinificazione ed invecchiamento; Fermentazione in vasche di acciaio e termo condizionate per 12 giorni, affinamento in rovere francese per 24 mesi. La prima annata di produzione è del 1963.

Il vino

Si presenta con un colore rosso granato di buona profondità con rifiniture aranciate. Si apre al naso con una evidenza floreale, con una dolcissima rosa canina e una spolverata di legna arsa, mista a liquirizia e anice stellata, seguono ricordi speziati dolci e morbidi che si uniscono al frutto dolce e maturo tra il lampone e il ribes.

L’ELEGANZA DEGLI STORICI BAROLO “ANGELO GERMANO”. Viticoltori dal 1908 con Degustazioni nel Centro Storico

Al palato è immediata la carica succosa e concentrata della frutta, sostenuta da una tannicità fitta, agile e minuta che contribuisce alla dolcezza e alla morbidezza, ma anche da uno spirito audace ed intrepido. Questo Barolo Bussia offre un bagaglio davvero unico, che sa dare emozioni: la famiglia Germano c’è riuscita appieno.


Poderi Oddero – Barolo Docg Vignarionda Riserva 2012 

Siamo nel comune di Serralunga d’Alba con formazione di Lequio, ossia sabbia e arenarie giallo – rossastre, terreni ricchi di carbonato di calcio e manganese L’impianto del vigneto è del 1966 e la prima annata è del 1985. La Riserva 2012 esce nel settembre 2021 con 9 anni di affinamento. Dalle uve della Vignarionda si ottengono Baroli di grande struttura, tannici e votati all’invecchiamento. Sia il Barolo Bussia che il Barolo Vignarionda vengono vinificati in tini di rovere austriaco da 80 ettolitri.

Il vino

Colore granato abbastanza cupo con riverbero aranciato. Con note di legno tostato e camino, a cui seguono note ben speziate con chiodo di garofano e ginepro, dal ricordo balsamico. Frutto maturo di marasche e lamponi e leggero sentore floreale.

PODERI ODDERO, STORICO MARCHIO DI BAROLO A LA MORRA: La fondazione risale alla fine del XVIII secolo

Al palato ha una buona sapidità fruttata, matura e polposa, con tannini esuberanti, fini e maturi, appena stuzzicanti e vivi, con una acidità che formano un buon tessuto fitto e ricco, di liquirizia, mandorla e un vago sentore di caffè che si prolunga nel finale. Una Vignarionda di carattere, generoso ed elegante, nel suo insieme equilibrato in tutti i suoi aspetti. Un vino che dà forti emozioni.


San Biagio – Barolo Docg Bricco San Biagio 2017 

Bricco San Biagio – La Morra. Sanctus Blaxius: storico toponimo già riportato sul catasto comunale del 1477, fino al quattrocento vi sorgeva l’omonima chiesa e castello curtense (ecclesia et castrum Sancti Blaxii) ormai scomparsi, punto forte di Marcenasco.

Si tratta di una ripida collinetta che sorge nella zona tra l’Annunziata e Santa Maria, con ottima esposizione rivolta verso sud.

Vinificazione: delicata diraspatura con lieve pigiatura e macerazione statica a freddo di 1 giorno. Fermentazione alcolica a 26° C per un mese con frequenti follature. Successiva steccatura del cappello per una ulteriore macerazione di un mese per fissare ed esaltare il terroir- unico – che questa Menzione sa esprimere.

Affinamento: in grandi tini di rovere di Slavonia per quasi tre anni. Segue quello in bottiglia di 1 anno. Prima annata di produzione e prima etichetta negli anni 40, oggi si arriva a una produzione di circa 15 mila bottiglie.

Il Vino: Colore rubino di discreta intensità, con leggero riflesso granato. Il profumo esordisce con una unione tra ricordi di legni aromatici e note tostate, in evidenza la liquirizia e la china, con frutta secca disidratata.

DOVIZIA DI CRU DI BAROLO SUL COLLE DELL’EX PRIORATO DI SAN BIAGIO. Storia, Qualità e Varietà dei Vini della Famiglia Roggero: dai Nebbioli al Pelaverga

Le spezie invece tendono a fondersi con una rosa appassita, molto dolce. Al gusto note fruttate e succose e consistenti che si rafforzano con la trama tannica molto fine e minuta. Buona interpretazione moderna di un vigneto importante e classico. Un vino che darà sicuramente il meglio dopo qualche anno e si potrà conservare ancora molto a lungo. Complimenti.


Marco Curto – Barolo Docg Arborina 2014 

 Il vigneto Arborina è una collinetta in corrispondenza della borgata Ciotto, verso sud guarda l’Annunziata. Sulla sua sommità c’è una vigna pianeggiante detta “La Buta” in piemontese la bottiglia, ben visibile dal vigneto Gattera. Marco e Nadia Curto, oggi sono tra i pochi proprietari che producono questa menzione l’Arborina.

Il vino:

Dal colore rubino granato, con caldo riflesso aranciato.All’olfatto si apre franco ed immediato, legna arsa e rosa appassita, lampone sciroppato e ciliegia sotto spirito, speziatura minuta e un ricordo di catrame vegetale.

MARCO CURTO, IL BAROLO ARBORINA CHE INCANTA. Nei Vini l’Armonia tra Tradizione e Innovazione

Il gusto è caratterizzato da sentori fragranti, maturi che conserva una discreta acidulità, che si fonde con la trama tannica piuttosto viva e che fa sentire ancora il suo carattere asprigno, quasi ruvido. Di tipo evolutivo sono le spezie dolci, con ricordi di anice, liquirizia e chiodi di garofano e sentori di sottobosco.

Un Barolo deciso, che dovrà ammorbidirsi con qualche anno di invecchiamento, ma ora esprime già tutto il suo potenziale. Eccezionale.


Monchiero – Barolo Rocche di Castiglione Docg 2015

Esposizione a Sud-Est siamo a 320 metri s.l.m. con terreno prevalentemente argilloso e una piccola parte di sabbia. Dagli anni ’90 il Rocche è vinificato e affinato a parte un singolo vigneto con meno di 4000 metri. Vinificazione a cappello sommerso, 25 giorni di macerazione in botti grandi da 50 ettolitri di rovere di Garbellotto per 24 mesi e affinamento di tre anni.

Il vino: Dal colore rosso rubino con bagliore granato. Ampia l’apertura floreale con rosa selvatica ed iris, lampone e ciliegia con leggera mandorla dolce in sottofondo, con spezie da far da contorno, noce moscata, chiodo di garofano, ma a sorprenderci con una nota predominante e avvolgente è la curcuma.

MONCHIERO IL BAROLO DELLE ROCCHE DI CASTIGLIONE. E il Montanello della Tradizione.

Al palato il frutto è maturo e dolcissimo quasi caramellato e candito, con una trama tannica che lo sorregge e gli dona quel tocco etereo di grande eleganza. Tutto è fine, senza eccessi, perfettamente coerente, quasi armonico nel suo complesso, ma animato da moti irrequieti che lo porteranno a una lunga fase evolutiva.


Poderi Marcarini – Barolo Docg Brunate 2015

Il nome più usato dalla gente di La Morra è “Brinate” forse per la presenza della brina che biancheggia i grappoli, la citazione più antica la troviamo nel catasto medievale nel comune di La Morra che risale al XV secolo e riporta “Brinatam” e solo da questo secolo che prende la dicitura Brunate, dal suolo calcareo-argilloso delle Marne di Sant’Agata.

Il vino. Colore rubino granato abbastanza cupo con leggero riverbero aranciato. L’olfattivo richiama note di camino e un tocco di legno tostato, in cui seguono note speziate calde e resina di pino alpestre, chiodi di garofano e ginepro in un’avvolgente nota balsamica. Il frutto piuttosto maturo ricorda le marasche e lamponi, fragolina di bosco, felce e radici e un leggero sentore floreale dolce e caldo.

MARCARINI IN VETTA CON BRUNATE E LA SERRA. I cru del Barolo dei poderi ultrasecolari di La Morra

Al palato ha una buona sapidità fruttata, matura e polposa, con tannini fini e maturi appena punzecchianti e vivi quando incontra l’acidità, ma forma un buon tessuto fitto e molto ricco con note di liquirizia, mandorla e un vago sentore di caffè tostato che si prolunga nel finale. Ottime prospettive future, avendo tre decenni di positiva evoluzione davanti a sé per questo Brunate 2015.


Mauro Veglio – Barolo Docg Gattera 2017

Il loro primo vigneto acquistato da Angelo Veglio negli anni ’60. Zona conosciuta per il cedro del Libano che sovrasta la Menzione Geografica, il nome del colle Monfalletto trae origine dall’antico Mons Fallettorum, poi Mont Fallet, ossia Monte dei Falletti. L’albero fa parte della storia di questo territorio, fu posto a dimora da Costanzo Falletti ed Eulalia Della Chiesa a ricordo delle loro nozze celebrate nel 1856.

MAURO VEGLIO, BAROLO MGA DA LA MORRA, BAROLO E MONFORTE D’ALBA. Arborina, Gattera, Paiagallo e Castelletto

Il vino. Ha una buona profondità il colore rubino granato con riflessi aranciati. Ottimo il profumo floreale, rosa canina, intenso il lampone e la legna arsa con un richiamo al catrame vegetale che si fa sempre più acuto, con una spezia leggera ma piccantina che porta a ricordi di liquirizia. La trama tannica è fitta e viva, consistente e salda e spessore gustativo. Bella ed elegante realizzazione che saprà dare buoni esiti anche con un lungo invecchiamento. Brasato con polenta, un ottimo abbinamento nel rispetto della tradizione locale.


Bovio – Barolo Docg Parussi 2018 

Il vigneto è ubicato nel comune di Castiglione Falletto. Là dove la strada di Castiglione scende verso Alba si trova la prima menzione delle vigne Parussi, formando un anfiteatro naturale verso il Montanello, ben osservabile dalla cantina Monfalletto all’Annunziata di La Morra. Con le vigne che si collocano tra i 250/300 metri.

Vinificazione ed Affinamento: Fermentazione per 10 giorni a temperatura controllata con lieviti indigeni, macerazione a contatto con le bucce (tecnica a cappello sommerso) per circa 4 settimane. Segue affinamento in grandi botti di legno per 24 mesi, 6 mesi in cemento e un anno in bottiglia.

Il vino

Colore granato di media intensità con calde sfumature che virano sull’aranciato. Ha un profumo molto fine di frutta, lampone e rosa canina e una speziatura quasi piccante, ma senza cadenze vanigliate, con chiodi di garofano e geranio appassito e una piacevole nota di castagna bollita.

Un tannino finissimo, ma presente, dal carattere caldo, elegante e avvolgente. Un prodotto eccezionale che ha in sé tutta la forza per farsi già apprezzare e mantenersi per tanti anni.


Enzo Boglietti – Barolo Docg Case Nere 2013 

Zona conosciuta “ballerina” di Langa per via di molti smottamenti del terreno, “Case Nere” per i resti di vecchie abitazioni distrutte molto tempo fa da un grande incendio. La Menzione Cá Nere, confina con Cerequio, Fossati e la Serra.

Vinificazione di 18 giorni, con due follature giornaliere. Affinamento, 12 mesi in barrique 50% nuove e 50% secondo passaggio, 12 mesi in botte grande, 10 mesi in acciaio e 6 mesi in bottiglia prima di essere messo in commercio.

Il vino

Di un bel colore rosso rubino con riflesso granato, di media intensità. I profumi si aprono su toni molto speziati e con lieve tostatura che si fonde alla parte legnosa arsa del camino, il frutto rimane più in sottofondo ed il tocco floreale mi ricorda la rosa canina e fiori di viola e iris appassiti.

Il gusto arriva dolcissimo con ricordi di candidi e zucchero caramellato e la parte speziata calda. Il tannino è fine e crea un bel sostegno gustativo con eleganza e sapidità, che mantiene una lunga persistenza agli aromi. Godibile.

BAROLO FOSSATI, BRUNATE E CASE NERE, I CRU STORICI DI ENZO BOGLIETTI. Dalla Tradizione all’Innovazione fin dall’Etichetta


Conterno-Fantino – Barolo Docg Ginestra ‘Vigna Del Gris” 2018

La Ginestra o Ginestre può considerarsi una Mga storica della zona del Barolo – già citato da Lorenzo Fantini nella sua Monografia sulla Viticoltura ed Enologia nella provincia di Cuneo del 1883 – assieme alla Bussia come zona di Monforte in grado di avere vini di una eccellenza superiore, longevi e strutturati, le uve di questa zona donano al vino il corpo per diventare degli ottimi Barolo. Prima vendemmia 1982, con anni d’impianti nel 1978 e 2000.

Vinificazione: la fermentazione alcolica si svolge in rotovinificatori orizzontali con moto rotatorio programmabile e la temperatura è mantenuta a circa 30° C, mentre la macerazione va avanti per 12 giorni sulle bucce. L’affinamento in legno in rovere francese per un periodo di 24 mesi e un 1 anno in bottiglia prima di essere commercializzato. Vino ottenuto da agricoltura biologica certificata da CCPB srl Bologna.

Il Vino

Al visivo impressiona il colore, dal rosso rubino, non troppo cupo, di media intensità, con richiamo granato, invita alla beva. I suoi profumi spaziano nettamente nel classico ed evoluti, con richiami al catrame vegetale, alle spezie piccanti e ad un frutto di amarena sotto spirito, e lievemente sul finire una nota di rosa di macchia appassita e violetta molto delicate.

CONTERNO-FANTINO: BAROLO BIOLOGICO “GINESTRA VIGNA DEL GRIS”. I Vini della Prestigiosa Cantina di Monforte d’Alba

Al sorso arrivano sensazioni di camino spento, di cenere che portano a un gusto dolce del lampone e della ciliegia, il tannino è fitto, vivo fine, consistente ed elegante, ma ha ancora in sé la giusta vitalità e l’esuberanza che questo territorio gli regala. Sono comunque tannini rilevanti che portano ad una rapida evoluzione degli aromi ma anche ad un lunghissimo invecchiamento nel tempo.


Fratelli Borgogno – Barolo Cannubi Docg 2015

Dopo l’annata del 2016 molto rassicurante, eccocialla 2015 la differenza sta nell’annata, con ondate dicaldo e abbassamenti di temperatura repentini, caldo intenso e quasi assenza di precipitazioni. Con agosto particolarmente piovoso, verso un settembre normale e con il mese di ottobre leggermente con piogge non abbondanti che ha permesso, senza esiti negativi alla raccolta delle uve nei migliori dei modi. Con 40 giorni di macerazione, 32 mesi di affinamento in botte da 50 ettolitri.

FRATELLI BORGOGNO, NEL CUORE DI BAROLO. Cannubi: Il “Sancta Sanctorum” del Nebbiolo

Il vino: Colore rosso granato, piuttosto intenso, con ricordo aranciato. Profumi dolcemente tostati e liquirizia che apre a note fruttate ben maturi, con spezie morbide e calde, più lieve è l’accento floreale. L’impatto gustativo sviluppa fruttuosità fragranti, con il tannino che segna il carattere del vino, un tannino vigoroso e dinamico che ha ancora molta vitalità ed esuberanza che riesce a mantenere una lunga persistenza degli aromi. Un vino da lungo invecchiamento, ma già adesso sa farsi apprezzare nella sua interezza.


Camerano – Barolo Docg Terlo 2016

Siamo sui 300 metri di altitudine, nata tra la fusione di Via Nuova e il Paiagallo. Storico vigneto che sovrasta il paese e di proprietà della famiglia Camerano da più generazioni. Nelle migliori annate come la 2016 gioca ad armi pari con le Menzioni di maggiore prestigio di Barolo.

Vinificazione: lunga fermentazione in vasche di acciaio e cemento per 20/22 giorni, il vino passa in grandi botti di legno di rovere di Slavonia da 30 e 50 ettolitri, per l’affinamento minimo 3 anni e minimo 6 mesi in bottiglia. Senza lieviti selezionati, la malolattica è spontanea. (a cosa serva la malolattica? Permette di ottenere un vino più morbido ed equilibrato, più persistente, più ricco di corpo per la concentrazione dei polisaccaridi e con profumi più fini, “spontanea” perché ci si affida ai batteri naturalmente presenti nel mosto e riattivati dalla variazione delle condizioni ambientali).

Il vino

La vocazione di Vittorio è per il Nebbiolo, specie per questa menzione Barolo Terlo, è la firma peculiare di questa cantina, il suo distintivo. Vino compatto e intenso, dal colore rosso granato e lievi riflessi aranciati. Olfatto ampio di discreta austerità ma molto raffinato, con note a svelarsi lentamente, di pesca gialla e cenni tropicali, segue una componente floreale di viole e rose passite. Con spezie in sottofondo, pepe bianco e noce moscata e una piacevole liquirizia, a impreziosire il finale un olfatto gradevole con un tocco di echi balsamici e leggera mora.

CAMERANO VITICOLTORI DAL 1875 IN BAROLO. Con gli storici Cru Cannubi San Lorenzo e Terlo

Vino al palato profondo e struttura importante, diritto, con il tannino che rimane fermo e verticale che si dispiega immediatamente, così come la parte sapida e fresca, la sua gioventù si fa sentire con vivacità, si collega bene a quanto si è percepito al naso. Finale piacevole e godibile, da apprezzare la sua profondità del bouquet, di buona aderenza al territorio da cui proviene.


Bric Cenciurio – Barolo Docg Coste di Rose Riserva 2013 

Una annata la 2013 particolare, di grande equilibrio, per quanto riguarda le ondate di calore e abbassamenti di temperatura, una stagione caratterizzata da poche piogge, se non nel mese di agosto e in ottobre prima della vendemmia. Un 2015 tra le annate al vertice. Con una produzione di 4000 – 5000 kg di uva per ettaro, affinamento: 18 mesi in botti di rovere di slavonia: 24 mesi in bottiglia.

Il vino

Ha un bel colore rosso piuttosto cupo, con tocco granato e riverbero bruno. Si apre subito con intense note speziate quasi piccanti e pepate, preparano il naso alla nota di camino, di legna arsa e tostata, di ottimo spessore ed ampiezza, il frutto è dolce, maturo e succoso, concentrato, lo rendono incisivo in un durevole ventaglio aromatico.

BRIC CENCIURIO NEL CUORE DEL BAROLO. Con la Selezione di Cru Coste di Rose e Monrobiolo di Bussia

Il tannico si presenta al palato fine e gaio, ben tessuto e spavaldo da lasciare sorpresi per la sua avvolgente rotondità, un ricordo caldo e morbido nel quale si fanno avanti la liquirizia, il cacao ed il tabacco. Un vino elegante e di carattere, che mi ha accompagnato in un viaggio con ulteriori sfumature e di sensoriali piaceri, con una impressione caldo-alcolica che aumenta l’austerità e la fermezza.

Sergio Garreffa
(sommelier professionista AIS – II classificato Nebbiolo Master 2017 AIS)
Cell. 347 5812919 e-mail sgbarolo@gmail.com

 

Sergio Garreffa

Appassionato di cibo e vino, che ha inizio nel lontano 1982, con una carriera da degustatore professionista A.I.S. dal 2018 al 2022 Delegato del Tigullio Promontorio Portofino. Ambasciatore del Vermentino dal 2016 e miglior Sommelier della Liguria 2011, nonché secondo al master del Barolo, Sagrantino e Lambrusco e terzo posto al Prosecco e Friulano. Oggi con grande passione e amore qui su Art & Wine per recensire e descrivere le storie di importanti aziende del settore vinicolo.

Un pensiero su “TOP BAROLO CRU: LA SELEZIONE DI ART & WINE. Migliori Vini MGA secondo Garreffa: vicecampione nazionale AIS Nebbiolo

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