SCANDALO CAPORALATO ANCHE TRA LE VIGNE DEL NOBILE BAROLO. Il Vescovo di Alba Condanna la Sfruttamento dei Migranti di “Poche” Cantine di Langa
Nell’immagine di copertina la Langa del Barolo e il Vescovo di Alba monsignor Marco Brunetti
di Redazione Art & Wine News
Lo scandalo caporalato sullo sfruttamento dei migranti senza opermesso di soggiorno “infetta” anche le vigne del Nobile Barolo nonostante venga prodotto in una delle zone enologiche più ricche d’Italia diventata nel 2014 Heritage UNESCO per i paesaggi VitiVinicoli di Langhe, Roero e Monferrato.
Oggi è intervenuto il Vescovo di Alba Marco Brunetti cenurare questo inquietante fenomeno nella terra dei castelli, dove pullulano resort a 5 stelle e Ferrari tra i tornandi delle lussureggianti colline benedette da Dio ma usate sempre peggio dagli uomini sempre meno cfristiani.
Ciò è particolarmente vergognoso in quanto l’inventrice e promotrice del “vino dei re” o “re dei vini”, la Marchesa Giulia di Barolo è stata riconosciuta Serva di Dio dalla Chiesa Cattolica con il marito Carlo Tancredi Falletti proprio per la sua filantropia verso i più bisognosi.
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Art & Wine Magazine (con sede per 12 anni a Barolo) ha interrotto la pubblicazione della propria rivista patinata internaionale (Italiano-inglese) focalizzata sui Cru di Barolo nel 2016 a causa della mancanza di sponsorizzazione da parte delle cantine di Barolo che non sono particolarmente interessate negli investimenti promozionali, essendo perlopiù aziende agricole che pagano le tasse con il sistema del reddito dominicale (sui terreni e non sugki utili) come i produttori di zucchine nonostante vendano il Nebbiolo da Barolo anche a 7 euro al litro (vendibile sfuso solo ad altrie cantine) o al minimo di 25 euro alla bottiglia al pubblico il prestigioso vino DOCG.
A giustificazione dei prezzi elevati (ma nemmeno troppo se rapportati ai rossi toscani o francesi) “c’è un gran lavoro di selezione delle uve e affinamento”, dicono giustamente i bravissimi barolisti che Gospa News ha selezionato nei suoi reportages non solo per l’alta qualità produttiva ma anche per la gestione familiare improntata a valori etici encomiabili e che trattano i loro collaboratori, sia in vigna che in cantina, proprio come amici di famiglia.
Purtroppo anche il Piemonte si deve confrontare con le emergenze globalizzate avendo subito un invasivo intervento delle multinazionali speculatrici come testimonia la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba finita anch’essa tra le grinfie di Bill Gates, partner della Regione Piemonte in molti progetti tecnologici e militari sviluppati dal Governatore Alberto Cirio.
Ma vediamo bekl dettaglio l’amara denuncia del vescovo di Alba che si è distinto per aver creato un efficiente banco alimentare per i poveri.
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Le notizie rimbalzate in questi giorni sugli organi di informazione, su casi di caporalato documentati dalla Forze dell’ordine e riferiti alle Langhe, hanno spinto il vescovo di Alba, Mons. Marco Brunetti, a scrivere ai suoi sacerdoti e a tutta la comunità diocesana invitando a denunciare ciò che secondo il Vangelo non è soltanto un reato, ma anche un grave peccato «che esclude dalla comunione eucaristica».
Riporta un comunicato diffuso ieri, giovedì 11 luglio, dall’Ufficio diocesano per la Pastorale Sociale e del Lavoro
La Lettera del Vescovo di Alba ai Sacerdoti
La lettera, inviata nella festa di San Benedetto, patrono d’Europa, acquista particolare significato considerando che l’abate di Norcia aveva dato grande dignità al lavoro agricolo accostandolo alla preghiera con il suo celebre motto “Ora et labora”.
Il vescovo di Alba invita a non sottovalutare la situazione, fosse anche un solo caso, perché «anche una sola persona sfruttata, picchiata ed emarginata rappresenta un fatto grave e inaccettabile per una società civile e democratica che fa dell’accoglienza e dell’inclusione un principio cardine della propria convivenza». Il vescovo chiede pertanto ai suoi sacerdoti di leggere la lettera alle loro comunità nel corso della Messa di domenica 21 luglio.
«Il caporalato nelle nostre belle Langhe è un fatto che la Caritas diocesana già dall’anno scorso, attraverso il progetto “Presidio”, aveva segnalato, così pure il nostro settimanale Gazzetta d’Alba in più riprese ha riportato inchieste sul fenomeno dello sfruttamento di immigrati, spesso senza permesso di soggiorno. Pertanto questi fatti non ci sorprendono ma sono la conferma di un malcostume presente nei nostri territori blasonati che producono vini di alta qualità»
E’ quanto rimarca monsigbnor Marco Brunetti, che fu ospite d’onore a Barolo per l’inaugurazione della Mostra di Art & Wine Club “Bibbia e Sacro Vino” curata da Fabio Giuseppe Carlo Carisio (direttore di Art & Wine News). Interrotta dopo ripetute proroghe e un crescente successo di oltre 7mila visitatori per l’infelice decisione di qualche rappresentante del Comune di Barolo di interrompere ogni collaboraizone con l’associazione.
«Non possiamo nasconderci dietro il dito dicendo che si tratta di pochi casi. Sicuramente questo sarà vero, ma anche un solo caso è di troppo, la dignità umana non si misura a peso, anche una sola persona sfruttata, picchiata ed emarginata rappresenta un fatto grave e inaccettabile per una società civile e democratica che fa dell’accoglienza e dell’inclusione un principio cardine della propria convivenza».
«Non possiamo pensare che alcuni, anche pochi, si arricchiscano sfruttando manodopera a poco prezzo e senza diritti. Oltretutto infangando l’immagine di quanti agiscono nel rispetto delle leggi e all’insegna della solidarietà. Ringrazio le Istituzioni, la Magistratura e le Forze dell’ordine per il contrasto a questa piaga sociale» aggiunge.
Le Aziende Industriali di Langa
In Langa vengono prodotte in media 14 milioni di bottiglie all’anno da circa 350 aziende. La metà sono imbottigliate e commercializzate da 7 aziende. l’altra metà dalle restanti.
Tra le prime ci sono gruppi industriali che non badano minimamente alla qualità, essendo prodotti destinati ai discount o ai supermercati asiatici, ma solo al prezzo innesxcando così una spirale perversa che dal conferitore alla cooperativa gestita da stranieri alla fine si ripercuote sui lavoratori stagionali costretti a lavorare a cottimo anche 60, 70 ore settimanali.
Tra gli scandali c’è anche il fatto che bravissimi vendemmiatori e collaboratori delle cantine da oltre 10 anni lavorano sempre solo con contratti stagionali. Ciò crea l’inevitabile corsa al ribasso tanto che ha indotto i Macedoni, tra i primi ad arrivare in Langa apprendendo il mestiere, a lasciare il posto agli africani.
Lodevole la coraggiosa iniziativa del vescovo!
ECCO IL COMUNICATO INTEGRALE SULLA BRUTTA VICENDA
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