LE GEISHE CREATE CON LA CARTAVETRO. L’originalissima Figurazione di Katia Sorasio

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di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

Si potrebbe definire Katia Sorasio la pittrice delle Geishe per l’entusiasmo con cui insuffla nei volti delle sue eleganti donne giapponesi in kimono sguardi ora maliziosi, ora struggenti, ora molcenti. Ma è assolutamente fuorviante definirla pittrice perché le sue figure umane e i suoi tanti ritratti su commissione vengono creati con una tecnica originalissima in cui la tempera ha soltanto una valenza cromatica ma non è la matrice del disegno.

I tratti, le ombre, le sfumature, gli incarnati deliziosi delle gote delle sue esotiche ragazze, infatti, non affiorano grazie alle pennellate ma attraverso un certosino lavoro con la cartavetro. Dopo la stesura su robusti pannelli ligneii indeformabili di vari strati di tempera colorata con differenti gradazioni tonali, perché sovente l’artista crea opere monocromatiche, con un pezzettino di fine cartavetro “graffia” il colore fino a far emergere l’essenza del soggetto precedentemente abbozzato con una sorta di sinopia disegnata sulla tavola.

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Alcune di queste incantevoli creazioni sono in mostra presso la Chiesetta di Sant’Anna di Castiglione Falletto in occasione della mostra collettiva dell’associazione Art & Wine Club – Italian Top Style (sabato e domenica, ad eccezione del 17 ottobre, e fino al primo novembre salvo imprevisti per emergenza Covid).

Katia Sorasio è nata a Saluzzo nel 1973 ed attualmente abita a Mondoví. Ha iniziato il suo percorso artistico nel 2000 frequentando per sette anni una scuola di disegno privata.

Vittorio Sgarbi con Katia Sorasio a Palazzo Samone, Cuneo

«Disegno fin da quando sono bambina. Avevo il grande desiderio di iscrivermi al Liceo Artistico e all’Accademia di Belle Arti ma i miei genitori mi hanno indirizzato verso studi ed attività più pragmatiche. Nel mio percorso scolastico privato ho sperimentato matita, china, pastelli e acquerelli. Avrei voluto anche seguire corsi di design ma questi richiedevano obbligo di frequenza che io non potevo permettermi perché già impegnata in un’altra attività professionale».

Racconta Katia svelando un momento topico della sua formazione artistica. «Ho incontrato grandi maestri tra i quali Claudio Berlia, pittore cuneese di fama internazionale, per cui ha posato come modella e da cui ha appreso la tecnica pittorica su tavole di legno. Poiché desideravo utilizzare uno stile originale che mi permettesse di distinguermi ho scelto la cartavetro che adopero dal 2008».

Lei, tempera con disegno a cartavetro su tavola

Energica, determinata, vulcanica, in poco tempo ha creato una trentina di opere che hanno subito conquistato critica e pubblico alla sua prima mostra “Gentes” organizzata nel settembre 2009 nella chiesa di S. Agostino a Savigliano. I collezionisti hanno così apprezzato i suoi lavori che oggi ne ha soltanto più 4 di quella esposizione.

“Lei” una delle sue ultime creazioni in viola scuro ha lo sguardo fatale di una donna viragica e seducente. Come negli altri suoi volti sono mirabili le vibranti ombreggiature e lumeggiature del viso che infondono alle “creature” una potenza plastica. L’Indiano esprime la saggezza di culture millenarie scolpite tra le sue marcate rughe. Accattivante per la posa albagiosa la sua Coco Chanel in bianco e nero, emozionante e magistrale la sua “Ragazza con l’orecchino di perla” (ora in collezione privata) che, come l’omonimo romanzo e film, celebra la “Fanciulla con turbante” di Jan Vermeer.

Ma sono le geishe, al momento, i suoi soggetti preferiti in cui sta perfezionando l’evoluzione dalla monocromia alla policromia: cimento ancor più complesso per la sovrapposizione di differenti colori (4 o 5, bianco, giallo, fucsia e blu i più usati) e le successive graffiature su figure già in parte delineate. Quando crea prende spunto da un’immagine ma poi durante l’esecuzione la reinterpreta cambiando connotati ed espressione.

L’ultima creazione “Geisha 7”, tempera con disegno a cartavetro su tavola

«Mi affascinano la cultura giapponese e le geishe perché trasmettono un’eleganza ed un fascino nella personalità che va oltre alla mera bellezza fisica» aggiunge Katia ora già proiettata verso i paesaggi.

Ogni sua opera richiede da uno a tre mesi di lavoro (a seconda di quanto tempo può dedicarle) ma soprattutto, come l’acquerello, non ammette errori perché è impossibile fare correzioni dei particolari, come gli occhi o le labbra, dopo che è stata graffiata la tempera. Ecco perché qualche volta le è anche capitato di far piallare la tavola per ripartire da zero con una nuova opera.

“Geisha 5”, tempera con disegno a cartavetro su tavola

Katia Sorasio, ricercata da molti estimatori d’arte per i suoi ritratti su commissione, ha partecipato al concorso nazionale di pittura “Premio Leonardo” nel 2010, anno in cui ha tenuto una personale nel Museo Sommariva di Albenga.  È stata poi invitata ad esporre le sue opere ad ARTEOTTO 2012 nella terza edizione di arte contemporanea a Cavallermaggiore.

Nel 2016 e nel 2017 è stata protagonista di altre due personali rispettivamente alle Terme di Lurisia e alla 8 Gallery del Lingotto a Torino. Mentre con grande soddisfazionel neel 2018 è stata selezionata per l’ottava Biennale dell’arte di Montecarlo.

Nel mese di luglio 2021 è stata invitata alla collettiva “Incontri d’arte” al Palazzo Samone di Cuneo, organizzata da Platinum Collection con la presentazione del Prof. Vittorio Sgarbi. Segui o contatta l’artista Katia Sorasio su Instagram

Fabio Giuseppe Carlo Carisio


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Fabio G. C. Carisio

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