LA BIBBIA A VIGNETTE DI PINSOGLIO CON OMAGGIO A CHAGALL. 28 Dipinti in un Tripudio di Colori a Castiglione Falletto
Nell’immagine di copertina Filippo Pinsoglio con la tela sull’Ultima Cena e, accanto, il dipinto L’Ebbrezza di Noé in cui ha riproposto a colori l’incisione di Marc Chagall in bianco e nero
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
In questo periodo storico di “diluvi” sociali cominciati con una pandemia che non sembra voler terminare e debordati nella crisi economica derivante dalla Guerra in Ucraina e da altri fattori della globalizzazione, mi è parso giusto accendere l’anima di ogni essere umano e in particolar modo dei credenti Cristiani con l’Arcobaleno simbolo di Alleanza tra Dio e l’Umanità.
E’ infatti con la discesa di Noè, dei suoi figli e delle coppie di animali dall’Arca che inizia la sgargiante mostra del pittore Filippo Pinsoglio, insignito con la prestigiosa onorificenza di Maestro del Palio d’Asti nel 2021.
La sua esposizione è approdata nella Chiesetta di Sant’Anna di Castiglione Falletto grazie alla continuativa collaborazione tra l’Amministrazione Comunale di tale paese, guidata dal Sindaco Paolo Borgogno, e dagli assessori Giovanni Chiotti e Armando Volpe, e l’associazione Art & Wine Club di Barolo di cui Pinsoglio è uno storico socio.
La mostra che abbiamo intitolato “la Bibbia a Vignette” era stata esposta ad Asti nel 2021 proprio in occasione dei festeggiamenti del Palio ed aveva riscosso già allora un notevole successo.
Le 28 tele, dalle piccole di 50 x 50 alle grandi di 100 x 100, sono ispirate ad alcune dei più significativi episodi dell’Antico e del Nuovo Testamento e prendono spunto da vari cicli letterari liberamente interpretati dall’artista ma anche da capolavori della storia dell’arte.
Nell’ormai consueto tripudio di colori che circondano i personaggi stilizzati del maestro Pinsoglio, reduce da un’esposizione flash ad Antignano sul tema della Divina Commedia, i più attenti osservatori potranno cogliere l’originalità eccezionale stilema pittorico.
In merito alla sua ormai celeberrima mostra su Pinocchio che sta girando da 3 anni varie prestigiose location espositive di Langhe e Astigiano notai «l’inimitabile impronta stilistica gestuale, sia per la tecnica mista utilizzata, che parte da un supporto anomalo come la tela di juta dalla tessitura molto grossa. Su di essa magistralmente stende dei collages di carta dipinta per creare un fondale alla Braque, quindi con l’acrilico delinea le figure vignettistiche, ora con il semplice profilo bianco, ora con la definizione cromatica di ogni dettaglio».
La medesima cifra artistica è stata utilizzata per raccontare la storia biblica dalla Genesi del Paradiso Terrestre, del Diluvio Universale, di Mos+ con le tavole della legge, di Sansone che fa crollare il tempio e di Davide che uccide Golia.
Ancor più ricche di vivacità e suggestione le molteplici opere sul Nuovo Testamento: dall’Annunciazione dell’angelo Gabriele a Maria alla Natività, dal miracolo di Cana all’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme, prima del tradimento di Pietro, della Crocifissione e dell’Ascensione al cielo dopo la Risurrezione.
Ma tra esse ci sono due citazioni dotte riproposte alla maniera dell’artista astesano su due grandi tele di dimensioni da 1 metro per 70 cm. La prima di esse è L’Ebbrezza di Noè, rivisitazione de Il Mantello di Noè del famosissimo ciclo di incisioni sull’Antico Testamento di Marc Chagall che Pinsoglio ebbe modo di ammirare quando partecipò alla grande mostra Bibbia e Sacro Vino, organizzata dall’associazione Art & Wine Club nella Chiesetta di Sant’Agostino a Barolo nel 2017 e da me curata.
L’artista assetano vi prese parte con due opere molto significative: un’Ultima Cena (oggi in mostra nella versione recente dopo l’esposizione della più grande nella mostra Ancipites Homines nella Chiesa di San Domenico ad Alba) e un Cristo crocifisso, realizzate in periodi e con stili completamente differenti a conferma dell’inesauribile creatività e cifra artistica del maestro del Palio d’Asti 2021.
Nell’Ebbrezza di Noè l’artista contemporaneo compie il miracolo di rendere ancor più vivida l’acquaforte chagalliana realizzata in bianco e nero (Chagall non usava acquetinte e non ritoccava con dipinti a mano le incisioni, pertanto alcune opere di una collezione privata straniera esposte in una mostra itinerante nazionale sono con ogni probabilità dei clamorosi falsi…).
La seconda citazione è una “lectio difficilior” nell’ambito della storiografia artistica perché celebra un evento biblico poco noto ma di fondamentale importanza nel simbolisco teologico giudaico-cristiano: la visita ad Abramo di Melchisedech, re di Salem (poi divenuta Yerushalaim per volontò di Re Davide, con l’aggiunta del prefisso aggettivale che in origine significava timore-devozione a Dio e oggi è usato anche in Italiano per indicare qualcosa di sacro).
Si tratta di un episodio topico anche nell’esegesi teologica veterotestamentaria in quanto rappresenta la tipica agnizione spirituale poiché sia Abramo che Melisedech credono nel Dio Altissimo per loro intima fede ma ne trovano conferma vicendevole nell’incontro in cui il Re di Salem, per la prima volta nella storia Biblica, dona il Pane e il Vino al patriarca, precursore di ogni sacerdote.
La vignetta di Pinsoglio prende spunto dall’olio su tavola realizzato dal pittore fiammingo Dirk Bouts tra il 1464 e il 1467 ed inserito in una pala d’altare alata incentrata sull’Ultima Cena nella Chiesa di San Pietro a Leuven, in Belgio, dove è conservato. L’opera era stata vista dall’artista astesano nel catalogo Bibbia e Sacro vino da me curato.
La sua reinterpretazione rappresenta un ideale connubio tra tradizione pittorica antica e contemporanea a conferma che l’arte figurativa può continuare a reinventarsi se si ricorda quello che noi uomini della cultura moderna siamo “nani sulle spalle dei giganti”.
Come asserisce la celebre metafora apparsa per la prima volta (1159 ca.) nel Metalogicon (III, 4) di Giovanni di Salisbury, che ne attribuisce la paternità al suo maestro Bernardo di Chartres: «dicebat Bernardus Carnotensis nos esse quasi nanos gigantium humeris insidentes».
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
Critico e curatore d’arte contemporanea
Presidente dell’associazione di volontariato culturale Art & Wine Club – Italian Top Style
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