I CRU DELLE TERRE DEL BAROLO IN ONORE DI ARNALDO RIVERA. Straordinaria Evoluzione della Storica Cantina Cooperativa di Castiglione Falletto
Il Motto Storico di Terre del Barolo
Vinum Vita Est, lo spirito genuino delle origini
di Sergio Garreffa
(sommelier professionista AIS – II classificato Nebbiolo Master 2017 AIS)
Arnaldo Rivera è il fondatore della Cantina Cooperativa nata l’8 dicembre del 1958.
Ma L’autunno del 1959 è una data importante è la loro prima vendemmia per la cantina sociale “Terre del Barolo” è emblematica e nello stesso tempo avvincente, un giorno memorabile per il quarantenne “Maestro” Arnaldo Rivera e per i contadini non più costretti, negli anni cinquanta a patteggiare il prezzo delle uve sulle piazze dei paesi. Il nome?
La cantina si trova nella parte bassa del comune di Castiglione Falletto, dove si confluiscono le strade degli 11 comuni del comprensorio del vino Barolo, per questo fu scelto Terre del Barolo, una via da seguire, una guida per i viticoltori per trovare il giusto cammino ed essere i custodi del loro territorio, già ai piedi del Cannubi si ha l’impressione di entrare in un meraviglioso cunicolo verde, quasi un miraggio…Le Langhe.
Il Fondatore Arnaldo Rivera
Arnaldo Rivera Nacque a Castiglione Falletto il 13 dicembre 1919, in un piccolo borgo della zona del Barolo. Sposato con Ester Rinaldi, non ebbero figli, ma i loro figli furono i primi 22 soci, che aderirono come membri al suo progetto di Cooperativa.
Oggi sono 300 soci viticoltori, che rappresentano gli 11 comuni della zona del Nebbiolo da Barolo, con circa 650 ettari vitati, 50 dipendenti, 3 agronomi un geologo e il Direttore tecnico della cantina Daniele Ponzo, uno dei migliori esempi di lavoro di squadra.
A tutte queste persone che normalmente non hanno voce né volto, intendo rendere omaggio affettuoso, grato e convinto del loro grande lavoro. Un’esperienza vitale per la dimensione che vogliono dare a Terre del Barolo, frutto dell’impegno del Presidente Paolo Boffa e del Direttore Stefano Pesci,per posizionare la cantina come punto di riferimento nella produzione di vini di alta qualità e omaggio al loro passato vitivinicolo.
Con una produzione annua di circa 3 milioni di bottiglie, un potenziale di 400 botti grandi da 100 hl e 600 tonneau dai 500/600 litri, con un 60% di esportazione all’estero, una delle più grandi cooperative vitivinicole attive in Piemonte.
La Nascita della Selezione Barolo DOCG Arnaldo Rivera
Di Arnaldo Rivera non bisogna dimenticare che nacque da una famiglia di viticoltori in località Rivera. Dopo le scuole elementari a Monforte d’Alba, si diplomò all’istituto Magistrale di Alba nel 1939. L’anno successivo partì per la scuola militare di Bassano del Grappa e si arruolò negli alpini, con il grado di tenente. Destinato al fronte francese e in seguito alle spedizioni in Grecia e Russia.
Ritornò in Piemonte nel 1943, fece parte della 48a Brigata Garibaldi come comandante, dal nome di battaglia “Arno” della formazione partigiana nelle Langhe, nominato segretario provinciale dell’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) di Torino. Ritornato a Castiglione Falletto si dedicò alla sua professione di maestro elementare dal 1949 al 1977. Ricoprì la carica di sindaco del suo paese dal 1951 per 36 anni, un punto di riferimento per la sua comunità.
Ricoprì la carica di Presidente del Consorzio Barolo e Barbaresco dal 1980-1983 e Renato Ratti fu il suo successore. Dopo ben 30 anni di presidenza della cooperativa Terre del Barolo, Arnaldo Rivera morì alla sera del 10 gennaio del 1987 per una crisi cardiaca, al ritorno delle tante sedute del consiglio di amministrazione della Cooperativa.
Nel 1990 il comune di Castiglione Falletto ha inaugurato e dedicato alla memoria di Arnaldo Rivera la nuova biblioteca, comprendendo una specifica sezione all’enologia.
Con l’annata 2018 la cantina Terre di Barolo ha commemorato il suo fondatore creando una speciale selezione di Barolo Docg denominata “ArnaldoRivera” 60 anni dopo la nascita della Cooperativa.
Breve Storia del Nebbiolo e del Barolo
Il Nebbiolo da Barolo è da tempo immemorabile il vitigno simbolo ed il più pregiato della viticoltura delle Langhe e quando trova il suo giusto connubio con il suo terreno, sa dare delle peculiarità uniche, di spiccata personalità, vini di grandi espressioni ed evoluzioni e durata nel tempo.
La Mga (Menzione Geografica Aggiuntiva) è la configurazione di una precisa area produttiva, anche se piuttosto piccola evidenzia particolari caratteristiche organolettiche dei vini, tale peculiarità sono favorite dallo specifico microclima, nelle zone del Barolo hanno molta rilevanza la natura del terreno e l’esposizione dei vigneti i Sorì, le colline baciate dal sole…
Ma cosa succede in cantina, quali sono le loro tecniche di vinificazione e fermentazione per il Nebbiolo da Barolo?
Siamo nel 1830 quando arrivò in Italia alle dipendenze di re Carlo Alberto il generale Paolo Francesco Staglieno a dirigere la sua cantina, nei suoi poderi di Santa Vittoria, Verduno e Pollenzo.
Il generale pubblicò il sistema Gervais norme per una buona vinificazione e regolare la fermentazione, fatta prima senza nessun criterio e se riusciva ottimo lo si doveva unicamente alla buona qualità delle uve ben maturate. Nelle Langhe prese piede con entusiasmo i nuovi procedimenti vinicoli, definiti dai proprietari “Fare i vini alla Staglieno”
I progressi d’allora e le tecniche sono decisamente migliorate. Si sa il vino non invecchia, matura semplicemente, si affina e raggiunge il suo equilibrio chimico – organolettico.
In questi ultimi 20 anni ci sono stati grandi innovazioni nel campo enologico, il vino come tutte le cose vive è figlio del suo tempo.
È impensabile vinificare come 80 anni fa, per esempio lasciare il mosto a contatto delle bucce a cappello sommerso per quaranta o cinquanta giorni come facevano i bisnonni, perché la scena è cambiata a partire dalle uve stesse. Oggi possiamo dire che i tempi si sono ridotti a tre-quattro giorni con rimontaggi e follature continue per una massima estrazione delle materie coloranti e degli aromi secondari.
Sono stati anni di trasformazione, il viticoltore conosce i segreti della sua vigna e le potenziali del suo terreno. Conosce la chimica del vino, la competenza di fermentazione malo-lattica, dei tannini nobili.
Finalmente la Vigna è stata rivalutata, posta prima del vino. Il Barolo in purezza di ogni singolo vigneto trova compimento nelle primizie di Terre del Barolo della selezione Arnaldo Rivera, come il loro Cannubi, il Boiolo, Rocche di Castiglione, Castello, Monvigliero, Ravera, Bussia, Rocche dell’Annunziata, Vigna Rionda e il Villero.
Ciascuna di queste Mga, o appezzamento di alta qualità, queste menzioni, avranno accenti differenti e peculiari di identificazione, così si riconosce l’origine vera dei loro Barolo.
Il vino sarà elegante, avrà più forza, struttura ed equilibrio e vini più complessi, altri con più stoffa, altri ancora con più profumi ed aromi al palato, ognuno si differenzierà per la sua specificità a seconda della sua origine di provenienza delle sue uve.
Se sei un appassionato di vini o semplicemente curioso di scoprire di più su uno dei vitigni più rappresentativo d’Italia e parliamo del Nebbiolo da Barolo, dalle origini antichissime, (infatti alla fine dell’800 figurava come indicazione principale la parola “Nebiolo” scritta con una sola “b” mentre tra parentesi timidamente si affacciava il nome Barolo. Dagli inizi del 1900, Barolo diviene l’indicazione principale mentre il nome dell’uva (Nebbiolo) da cui deriva, non compare più in etichetta molto probabilmente perché l’origine del vino era ormai nota ai consumatori) leggi di seguito le degustazioni, dalle caratteristiche uniche e intrinseche, il mio compito è regalarvi momenti di vera emozione e nuove scoperte ad ogni sorso.
Le uve del Barolo vantano una particolarità, il periodo vegetativo più lungo. Il Nebbiolo infatti germoglia presto in primavera, la fioritura si sviluppa attorno alla metà di giugno e il frutto raggiunge la migliore maturazione soltanto verso la metà/fine di ottobre. Questa lenta evoluzione è forse uno dei fattori che contribuiscono a determinare la complessa e la grande personalità del Barolo. È un territorio unico, ma con tante micro-diversità, le condizioni pedoclimatiche variano da comune a comune, da parcella a parcella, è un vitigno il Nebbiolo da Barolo molto sensibile al terreno in cui viene coltivato, per cui le espressioni finali sono infinite…
La filosofia di Terre del Barolo: “Qualità ed eco-sostenibilità”
“Ogni grappolo racconta il miracolo delle stagioni, del sole e della pioggia, di un lavoro che ha mille e mille sfumature da percepire”
Terre Del Barolo
Questo mi fa ricordare il finale del Candide di Voltaire, quando il protagonista, ricco di mille esperienze conclude: “Bisogna coltivare il proprio giardino”
Tocca a tutti lavorare e salvaguardare la propria terra, ed è quello che stanno facendo alla Cooperativa Terre del Barolo, con il progetto “Green Proget” per il biologico, che elimina l’uso di diserbanti e di concimi minerali nei vigneti!
Degustazioni
Ormai sono secoli che si parla e si beve il famoso Nebbiolo da Barolo, conosciuto in tutto il mondo.Un vino vero, generoso e molto longevo, considerato da tutti un vanto della nostra enologia italiana. Sarà il Barolo di una singola vigna, solo così potrà esprimersi completamente.
Come ogni frutto è figlio del suo albero, così ogni Barolo è figlio della sua vigna, e su ogni bottiglia, su ogni etichetta comparirà il nome del vigneto a conferire paternità e anima al vino.
Pochi vini al mondo sono capaci di suscitare emozioni con intensità, struttura, corpo, con i suoi tannini quasi vellutati, con finezza ed eleganza si intrecciano in una complessa varietà di molteplici sensazioni.
Barolo DOCG Cannubi – annata 2020 – Gr. 14,5
La più antica bottiglia delle Langhe è conservata a Bra dalla famiglia Manzone e porta la dicitura “Cannubi 1752” questo sta a dimostrare come questo vigneto Cannubio o Canubbio o Cannubi fosse già famoso ancor prima del vino Barolo.
Una sottozona, una Mga viticola storica di tradizionale vocazione, è un “Marcaleone” come si usava dire da queste parti, ovvero un appezzamento di altissima qualità, con uve e vini prestigiosi, di qualità eccelse. Questa piccola e circoscritta collina che si estende per 40 giornate piemontesi (15) ettari ha saputo valorizzare il territorio, con un Barolo che si distingue per la sua tannicità elegante e austera.
Il suo anno di impianto risale al 1946. Vinificazione: Fermentazione e macerazione per circa tre settimane in acciaio inox a temperatura controllata. Fermentazione malo-lattica spontanea in legno. Affinamento in botte per 32 mesi, con una produzione annua di 3000 mila bottiglie.
Il Vino:
Dal colore granato di bella intensità con riflesso aranciato. Con profumi dolci senza essere troppo tostato, il frutto e i fiori si percepiscono poco alla volta, hanno uno sviluppo lento, mentre le spezie si fanno avanti piano piano a tratti piccanti, con ricordi mentolati, balsamici e un sentore piacevole in sottofondo di liquirizia. Al sorso una nota di ginepro, con un frutto maturo e fragrante e polposo.
L’impatto gustativo con una trama tannica minuta fitta e fine, morbida e matura e rafforza la rotondità di questo Barolo Cannubi che forma un buon rapporto ai gusti caldi che continuano a crescere d’intensità quanto più l’alcol scalda il palato e ci riporta al retrogusto note boschive.
In un carattere elegante e delicato, si può apprezzare già da subito in gioventù, ma la sua trama tannica avrà bisogno di più pazienza per esprimersi nella sua completezza…Supelativo.
Barolo DOCG Rocche di Castiglione – Annata 2019 – Gr. 14
Una zona rinomata, di alto profilo, dove i negozianti le uve le hanno sempre pagate di più rispetto ad altre zone. Un vigneto le Rocche che cade sul rio di Perno, con lo sfondo le Alpi che fanno da cornice.
Il terreno è magro, di medio impasto, leggermente sabbioso, sciolto e tendente al calcareo, nelle annate siccitose i nebbioli delle Rocche soffrono di più rispetto ad altre zone, ma in generale i suoi Barolo sono un po’ meno alcolici, ma di un profumo molto più persistente.
Il vigneto Rocche di Castiglione è di proprietà dell’azienda dal 1994. Vinificazione: Fermentazione e macerazione per tre settimane in acciaio inox a temperatura controllata. Fermentazione, malo-lattica spontanea in legno. Affinamento, 32 mesi in botte, con una produzione di circa 3000 bottiglie.
Il Vino:
Il colore è granato di media intensità, con calde sfumature arancio. Ha nel suo bagaglio olfattivo profumi fini di frutta, lamponi, rosa canina un tocco di spezie e chiodi di garofano e ginepro, che si fanno sempre più amplificati ad ogni sorso.
Il gusto è fragrante con la rosa in primo piano, sottolineato da un tannino minuto, ma vigoroso, che gli dà un carattere dinamico nel suo insieme.
Al retrogusto note di spezie e di sottobosco e da erbe aromatiche essiccate al sole, una persistenza aromatica intensa lunga e piacevole, è la puntuale espressione di questo storico vigneto dal quale nascono le sue pregiate uve… Grande.
Barolo DOCG Boiolo – annata 2019 – Gr. 14,5
Siamo a La Morra, (con le sue 39 menzioni) ad una altitudine che va da 250 ai 450 metri, fra l’area dell’Annunziata e la zona di Brunate, qui il vigneto del Boiolo, una Mga di notevole
importanza, è la seconda più estesa del versante orientale, seconda sola all’Annunziata, può essere divisa in due parti, la parte più bassa della zona della Fontanazza, e l’altra che porta sopra la strada delle Rocche di Castiglione.
Vinificazione: Fermentazione e macerazione per circa 3 settimane in acciaio a temperatura controllata. Fermentazione, malo-lattica spontanea in legno. Affinamento 32 mesi in tonneau da 500/600 litri di secondo passaggio, con una produzione di 3000 bottiglie.
Il Vino:
Ha un bel colore granato vivo con tocco aranciato.Classico profumo con forte impronta di legna arsa, camino e spezie morbide dolci e levigate. Discreta la nota fruttata, rosa di macchia mista a lampone ed amarena.
Al sorso è aperto con dolcezza e morbidezza da un frutto succoso e concentrato, con spezie calde unite a una trama tannica ben tessuta finemente, vigorosa e viva, ma non provoca nessuna astringenza, anzi con l’alcol si rafforza una sensazione confortevole, sono quelle trame che porta questo Barolo Boiolo a traguardi lontani…Stupendo.
Barolo Undicicomuni – annata 2018 – Gr.14,5
Il Barolo “Undicicomuni” rappresenta tutto il comprensorio delle Langhe, degli 11 Comuni del Nebbiolo da Barolo, un Barolo più fresco e fragrante che evolve più rapidamente ed è subito morbido e godibile. Un vino che sa esprimere fin da subito con sfumature tanto diverse un territorio da mille sfaccettature e terreni molto diversi tra loro.
Un Barolo al di là di diversi stili di vinificazione, delle tecniche e delle pratiche di cantina, se lo si lascia aspettare, come in questo caso con l’annata 2018, riesce a far emergere la propria personalità, del territorio e del Nebbiolo dove è cresciuto, insomma un Barolo Undicicomuni… Unico. “Il logo circolare in etichetta indica, con diverso colore le aree degli undici Comuni inserite nella zona di origine del Barolo”
Vinificazione: Fermentazione e macerazione per circa tre settimane in acciaio inox a temperatura controllata. Fermentazione malo-lattica spontanea in legno. Affinamento in botte grande per 26 mesi e altri 6 mesi in vasche di cemento. Con una produzione annua di circa 50 mila bottiglie.
Il Vino:
Granato di buona profondità con riverberi aranciati. All’olfatto si avverte subito un richiamo ai frutti ed a i fiori canditi come la violetta e la rosa, spezie dolci e morbide tra cannella e chiodo di garofano, con rimandi silvestri rinfrescanti.
Il sorso è immediato, con la tessitura tannica fitta e fine, segna le pareti del palato con una sua leggera ruvidità, si fa largo una consistenza ed una persistenza fine e lunga. Un Barolo Undicicomuni elegante, più moderno, più internazionale, senza perdere la sua fisionomia, il suo carattere, la sua originalità, un Barolo diverso, diverso perché più concentrato più ricco di colore e di frutto… Splendido.
Diano D’Alba Sorì del Cascinotto Annata 2021 – Gr.13
Una delle incomprensioni più frequenti che riguarda il nome “Dolcetto” non deriva da una caratteristica del vino – che è decisamente secco – bensì dall’uva in cui le bacche sono con un tenore limitato di acidità, succose, quindi appare molto dolce, per cui danno una sensazione gradevole. Vinificazione: fermentazione e macerazione per una settimana in acciaio inox a temperatura controllata. Fermentazione malo-lattica spontanea. Con una produzione di 5 mila bottiglie.
Il Vino:
Il colore è di un rosso rubino, con riflesso violaceo, al centro del bevante è molto scuro. All’olfatto esprime profumi tenui, prevalgono sentori di frutta; mirtillo, ciliegia, prugna e ribes, con rimandi floreali e note leggermente speziate, ed erbe aromatiche di contorno in una piacevole nota di mandorla amara.
Al palato ha un buon carattere ma senza eccessi, asciutto in un finale persistente, succoso di piccoli frutti di bosco e spezie dolci quasi piccanti, in un leggero e piacevole tannino avvolto nella sua struttura elegante e vellutata, sostenuto da un nerbo acido che garantisce una buona evoluzione in tempi medio-lunghi.
Langhe Nascetta – Annata 2022 – Gr.12,5
Questo vitigno raro, è coltivato esclusivamente e unicamente nel centro della Langa, una realtà esclusivamente di Novello, un tempo era diffuso in un’area più ampia fino a Mondovì.
Giuseppe Rovasenda ampelografo piemontese (1824-1913) cita la Anascetta nel suo “Saggio di un’ampelografia universale” del 1877 – conservato presso la biblioteca del Dipartimento di Colture arboree dell’Università di Torino – così la descrive: “Uva delicata e vino squisito” Studi più recenti condotti dalla Dott.ssa Anna Schneider, la Nascetta è un vitigno autoctono delle colline albesi, parente lontano del Grò Blanc, un vitigno tipico della Val di Susa.
La Nas-cëtta è impiegata quasi sempre per la vinificazione in purezza per esaltare tutte le sue caratteristiche. Vinificazione, lenta fermentazione in acciaio inox a bassa temperatura. Affinamento in acciaio con permanenza di 8 mesi sui propri lieviti. Segue un riposo in bottiglia per circa un anno. Con una produzione di circa 7000 bottiglie.
Il Vino:
Il suo aspetto è di un giallo paglierino luminoso, cristallino, dal carattere forte e molto personale. Al naso dà origine a profumi freschi fruttate e floreali marcate, di mela, agrumi con cedro e pompelmo e fiori di campo.
Il gusto è di buona intensità, molto espressivo, sostenuto da una vena di freschezza evidente, sapido con note citriche e iodate, dal finale gradevole e fragrante dà un’ottima armonia complessiva. Una Nascetta in purezza che ha buone proprietà longeve, saprà farsi apprezzare nel tempo…Speciale!
Alta Langa Brut – annata 2020 – Gr. 12,5
La zona di origine dello spumante Alta Langa è situata nella fascia collinare del basso Piemonte alla destra del fiume Tanaro e comprende 149 comuni delle province di Asti, Alessandria e Cuneo. La denominazione Alta Langa è relativamente giovane perché viene creata nel 2002, ma retroattiva alla cuvée di tre anni prima, il 1999 è stato il primo millesimo del metodo Alta Langa.
Con la seguente composizione ampelografica: vitigni Pinot Nero e/o Chardonnay dal 90 al 100%
Zona di produzione Monforte d’Alba, Novello e Monchiero. 100% Chardonnay in purezza. Vinificazione ed affinamento: pressatura soffice dei grappoli interi e l’uso del mosto fiore, fermentazione a temperatura controllata 18° in inox per 10/15 giorni e permanenza sui propri lieviti sino alla primavera successiva. Segue il tiraggio in primavera per la seconda fermentazione, con un periodo di affinamento sui lieviti fini per almeno 36 mesi. Con una produzione per le due versioni Brut ed Extrà Brut di circa 50 mila bottiglie.
Il Vino:
Brillante veste luminosa, dal colore giallo paglierino delicato, con leggeri screzi dorati, in una leggera spuma cremosa fitta e compatta, che si fonde in un brioso perlage sottile e persistente.
Eleganti profumi con invitanti ricordi tra il muschiato e il salmastro e un accenno di pesca bianca e tracce di crema pasticcera, con soffi di un mazzetto di erbe aromatiche e leggero sambuco.
Al palato il sorso regala una delicata e pungente effervescenza in una leggera freschezza, una progressiva nota speziata e una componente di agrumi di cedro e pompelmo.
Vino elegante e coerente nel suo insieme, nel finale si percepiscono echi di nocciola e delicati sbuffi di fiori di campo. Spumante Metodo Classico di struttura e carattere…Ottimo
Considerazioni Finali
È stata una bella e gradita esperienza, la Langa e il Nebbiolo di Terre del Barolo l’avrò sempre nel mio cuore, così come tutti i vini che rappresentano l’azienda di Castiglione Falletto.
Ringrazio il Direttore Stefano Pesci per avermi condotto nella loro importante realtà vitivinicola costellata da una lunga storia piena di passione e determinazione, per tutti i soci e il loro prezioso territorio delle Langhe, con la vostra tenacia avete raggiunto grandi traguardi e successi, complimenti. Grazie infinite.
Sergio Garreffa
Sommelier dal 1982 Professionista degustatore
(II classificato Nebbiolo Master 2017 AIS)
e-mail sgbarolo@gmail.com
Cell. 347 5812919
Cantina Terre del Barolo
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12060 Castiglione Falletto (CN)
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