BAROLO DEL “SORI” ARBORINA e RISERVA DE RIEUMES DELLA TRISAVOLA. Cantina Bovio tra i Pionieri del Nebbiolo a La Morra

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Il motto aziendale: “Il lavoro rende i giorni prosperi, il vino le domeniche felici”.

di Sergio Garreffa
(sommelier professionista AIS – II classificato Nebbiolo Master 2017 AIS)

La famiglia Bovio ha custodito negli anni il patrimonio antocianico delle uve Nebbiolo, ricche di polifenoli, esprimendo nei suoi Barolo tutte le originali caratteristiche organolettiche che li contraddistinguono dagli altri vini e vitigni.

Il maestoso e possente Nebbiolo ha una grande vigoria e un’ottima produzione. Il suo caratteristico grappolo ha forma piramidale ed è dotato di ala laterale. È un vitigno molto esigente a partire dall’esposizione, dall’ambiente climatico e soprattutto dal suo terreno unico per conformità. Insomma, non si accontenta di una buona posizione, ma esige la migliore. Infatti, ha bisogno di terreni collinari privi di ristagni e umidità, ma soleggiati e posizionati fra i 150 e i 500 metri sul livello del mare.

Le vigne migliori sono quelle dove “Fioca la Scianca”, ossia dove la neve si scioglie prima: sono i Sorì, più soleggiati, dove le uve maturano meglio e danno vini di struttura e alta alcolicità. Un tempo i Sorì costituivano la base della classificazione dei vigneti. Nessuno li ha mai presi in considerazione e ufficializzati, eppure sono sempre esistiti.

Gianfranco Bovio

Le numerose vigne storiche erano dei “Sorì” e hanno ottenuto nel tempo ancora più prestigio nelle Mga, le Menzioni Geografiche Aggiuntive. Un prestigio che Gianfranco Bovio ha saputo esaltare nell’alta qualità, consentendogli di diventare un punto di riferimento nelle Langhe.

Il Comune di La Morra è stato uno dei primi – nel 1994 – a stilare la mappa dei cru, 27 grandi vigne attestate storicamente anche grazie a studi compiuti sul luogo, ad iniziare da quelli di Renato Ratti per giungere all’Atlante di Slow Food. In seguito, il Comune ha ampliato il numero delle sottozone portandole a 39 Mga (Menzioni Geografiche Aggiuntive), includendo quindi aree più ampie e di recente impianto.

La zona della Morra è la più adatta alla viticoltura: fra i terreni dell’Elveziano e del Tortoniano – nell’area di Barolo – si registra il maggior contenuto di ferro e rame, che donano finezza. Nella zona di Serralunga c’è invece una maggiore presenza di boro-manganese, che da’ più struttura. Alla Morra, infine, nei terreni dell’Annunziata, troviamo la punta massima di ossido di potassio: qui si riscontrano nei vini qualità intrinseche e longevità.

La sala di vinificazione della cantina Bovio

La famiglia Bovio è originaria dell’Annunziata e oggi è giunta alla terza generazione di produttori: una piccola azienda nel cuore della Langa del Barolo.

Fu il Cav. Gianfranco Bovio, nel 1978, ad occuparsi della tenuta di suo padre Alessandro. Decisivo fu l’aiuto di Walter Porasso, suo braccio destro in cantina e tra i filari. Risistemarono la struttura con attrezzature moderne ma con linee architettoniche tradizionali. Le botti in rovere di Slavonia dalla media capacità – ossia tra i 16 e i 25 quintali – sono riservate all’invecchiamento del Barolo, mentre i carati o barrique da 225 litri ospitano le barbere. Il Dolcetto, invece, sosta esclusivamente in acciaio inox da 50 quintali.

La bottata della cantina Bovio

La loro passione continua con una produzione di eccellenti vini di proprietà e può contare sulla considerevole superficie di 8,5 ettari vitati.

Per oltre quarant’anni Gianfranco ha alternato l’attività con la ristorazione nel locale storico di La Morra, il Belvedere, nella panoramica Piazza Castello. È scomparso nel 2016 a 73 anni.

Oggi la filosofia dell’azienda è portata avanti dalla figlia Alessandra che, insieme al marito – il cuoco Marco Boschiazzo – prosegue, sempre a La Morra, nel rinomato ristorante “Bovio”, la tradizione di famiglia. E nei vini troviamo ancora una qualità alta, che rispetta le caratteristiche del territorio, a partire dal lavoro nei vigneti fino all’affinamento nelle grandi botti di rovere. Nel 2015 l’azienda inizia a collaborare con l’enologo Matteo Franchi e dal 2019 con l’assistente winemaker Francesco Bianco, entrambi provenienti dalla prestigiosa scuola Enologica di Alba. Dell’accoglienza in cantina e delle degustazioni si occupa dal 2015 Robert Tofan.

Sergio Garreffa con Roberto Tofan durante la degustazione

Al Ciotto, dov’è collocata l’azienda, convergono i versanti collinari del Gattera e dell’Arborina.

I vigneti impiantati a Nebbiolo da Barolo prendono i nomi da queste Mga. La vigna Gattera ha un’esposizione a mezzogiorno con sottovarietà Lampia, Rosè e Michet, mentre il vigneto Arborina guarda a sud-est con la presenza del Lampia e del Rosè. Il primo risale al 1960, il secondo è del 1982.

Dalla vigna Parussi di Monforte, invece, giunge il terzo Barolo della ditta.

La barricaia con le botti grandi per l’affinamento del Barolo

Il primo dei due vigneti a Barbera prende il nome dalla località del Ciotto, impiantato nel 1990, con esposizione sud-ovest. Il secondo risale al 1960 è uno dei più vecchi dell’azienda, dal nome Regiaveja, con esposizione sempre sud-ovest.

I produttori sono restii per natura e per pudore, perché ritengono di avere segreti da non poter svelare, per cui serve a poco inseguire le loro schede tecniche o le dichiarazioni pubbliche sulle guide: si tratta di informazioni non verificate.

“Il produttore parla attraverso il suo vino”

Le Degustazioni

Barolo Gattera Docg 2018 – Gr. 15

Una menzione già citata nel 1340 è noto soprattutto per il bricco Mons Fallettorum, poi Mont Fallet, Monfalletto, ossia monte dei Falletti, dove si erge il Cedro del Libano, messo a dimora a ricordo del matrimonio tra Costanzo Falletti di Rodello ed Eulalia Della Chiesa di Cervignasco nel 1856, quale simbolo del loro amore per la terra, si staglia da 166 anni, in una invidiosa posizione, dalla sua sommità a circa 300 metri di altitudine, si può ammirare tutta la zona e la ricchezza del suo territorio del Barolo.

Vinificazione ed affinamento: Fermentazione per 10 giorni a temperatura controllata con lieviti indigeni, macerazione a contatto con le bucce (tecnica a cappello sommerso) per 3-4 settimane, segue affinamento in grandi botti di legno.

Il vino

Color rubino granato di media intensità, con lieve sfumatura bruna.

I suoi profumi sono speziati, leggermente piccanti e ravvivato da un accento tostato di camino che porta a una fragranza floreale delicata e un frutto dolce e maturo, con note balsamiche, da liquirizia e cardamomo.

La trama dei tannini è piuttosto fitta e fine, tende a fondersi con spezie sapide che hanno il potere di aumentare lo spessore gustativo e di allungare la persistenza. Il carattere è deciso, elegante ed esuberante, che risulta quindi ancora vitale e da bere non troppo giovane, buona espressione generale.

Barolo Docg Gattera 2018 e Barolo Docg Arborina 2018

Barolo Arborina Docg 2018 Gr. 15

Sulla sommità della collina dell’Arborina, c’è una vigna pianeggiante denominata La Buta in dialetto piemontese la bottiglia.

Si raggiunge dalla borgata Ciotto, situata a valle del vigneto, ben visibile dal vigneto Gattera. Un tempo le uve venivano vendute alle storiche case vinicole del Barolo o alla cantina sociale.

Oggi i pochi proprietari dell’Arborina stanno dimostrando anno dopo anno di poter produrre un Barolo di grande qualità e valorizzando un vigneto che diviene sempre più celebre, vendemmia dopo vendemmia.

Vinificazione ed affinamento: Fermentazione per 10 giorni a temperatura controllata con lieviti indigeni. Macerazione a contatto delle bucce per 3-4 settimane. Segue affinamento in grandi botti di legno.

Il vino

Ha un bel colore granato piuttosto cupo con qualche riflesso aranciato. Molto classico il profumo, con leggere evoluzioni aromatiche sul floreale, con geranio e viole appassite, con frutto ancora integro e fragrante, seguono note di camino e spezie vive e piccanti.

Al gusto entra con lieve dolcezza, data dal frutto di media consistenza, tannino non troppo fitto ma di buona grana, appena ruvido, che solletica piacevolmente il palato.

Al retrogusto si sofferma su ricordi di tabacco ed erbe essiccate e sottobosco. Un vino da lungo invecchiamento, è possibile gustarlo giovane, ma non potrà che migliorarsi nei successivi dieci anni.

Barolo Docg Parussi 2018 –  Gr.15

Il vigneto è ubicato nel comune di Castiglione Falletto.

Là dove la strada di Castiglione scende verso Alba si trova la prima menzione delle vigne Parussi, formando un anfiteatro naturale verso il Montanello, ben osservabile dalla cantina Monfalletto all’Annunziata di La Morra. Con le vigne che si collocano tra i 250/300 metri.

Vinificazione ed Affinamento: Fermentazione per 10 giorni a temperatura controllata con lieviti indigeni, macerazione a contatto con le bucce (tecnica a cappello sommerso) per circa 4 settimane. Segue affinamento in grandi botti di legno per 24 mesi, 6 mesi in cemento e un anno in bottiglia.

Il vino

Colore granato di media intensità con calde sfumature che virano sull’aranciato. Ha un profumo molto fine di frutta, lampone e rosa canina e una speziatura quasi piccante, ma senza cadenze vanigliate, con chiodi di garofano e geranio appassito e una piacevole nota di castagna bollita.

Un tannino finissimo, ma presente, dal carattere caldo, elegante e avvolgente. Un prodotto eccezionale che ha in sé tutta la forza per farsi già apprezzare e mantenersi per tanti anni.

Barolo Docg Parussi 2018 e Barolo Docg Riserva De – Rieumes 2016

Barolo Docg Riserva De-Rieumes 2016 – Gr.14,5

Questo prestigioso Barolo De – Rieumes arriva da una selezione delle uve migliori e prodotto nelle annate di alta qualità. Questa Riserva è dedicata alla trisnonna Eugenia Brezza De- Rieumes. Prima annata prodotta è del 2013.

Fermentazione con lieviti indigeni in vasche termocondizionate, segue macerazione delle bucce, con la tecnica a “cappello sommerso” per 3-4 settimane. In seguito il vino viene travasato in alte vasche, dove effettua la fermentazione malolattica. All’inizio dell’inverno viene travasato in botti di legno dove effettua un lungo affinamento, in seguito si procede all’imbottigliamento senza filtrazioni.

Il vino

Ha un colore rosso granato con leggera sfumatura bruna. Il profumo è etereo ed alcolico, caldo e confortevole che porta subito a percepire fragranze floreali e fruttate ben mature ed integre, in una fusione tra note di tostatura, di camino e di liquirizia.

Al gusto si apre, con frutto maturo e carico di rimandi speziati, di chiodi di garofano e tabacco dolce, in una struttura tannica imponente, maschia e vigorosa, mantenendo un suo vigore quasi ribelle. Personalità distinta, non omologabile che mostra il carattere che il territorio gli conferisce.

Langhe Nebbiolo Doc Firagnetti 2019

Langhe Nebbiolo Doc Firagnetti 2019 Gr.14

Vinificazione ed affinamento: Fermentazione e macerazione per 8-10 giorni a temperatura controllata con lieviti indigeni. Segue affinamento in legno per alcuni mesi.

Il vino

Dal colore rosso rubino con screzi granato si arricchisce l’olfatto di note di ciliegia e fragola e marasca, segue vaniglia e sbuffi di affumicatura e un accento tostato con fave di cacao e frutta rossa, leggero tabacco e spezie eleganti.

Sostenuto da un’ottima tannicità fine e minuta, ma anche vivace e acuta, di ottima fattura, con sapidità e acidità appena pronunciate. Nebbiolo concreto, con un carattere molto appagante e austero nella sua struttura. Vino fine, per Bovio non è una novità.

Barbera d’Alba Doc 2021 Il Ciotto Gr. 14,5

Un tempo considerato un vino popolare, senza pretese, si ordinava con una certa solennità “Meza Stupa” (dal libro di M. Soldati “Vino al Vino”) nell’Astigiano, nelle osterie indicava la Barbera. Si distingue oggi per numerosi esempi di eccellenze vitivinicole, grazie ai produttori è diventato un vino elegante, strutturato e longevo. L’azienda Bovio ha sempre dimostrato una particolare attenzione al vitigno Barbera, con ottimi risultati qualitativi.

Vinificazione ed Affinamento: Fermentazione e macerazione per circa 8-10 a temperatura controllata con lieviti indigeni. Segue breve affinamento in vasche d’acciaio.

Il vino

La sua veste è di un rosso rubino intenso con bagliori prettamente violacei. All’olfatto profumi fini di prugna matura, lampone ed amarena e ribes, in sottofondo viola e mirtillo nero e leggeri accenni speziati dolci.

Il gusto è gradevole, con tannino minutissimo che dona un carattere dinamico ed elegante, con una piacevole sapidità e freschezza, chiude in una persistenza lunga con sbuffi fruttati, la sua identità e forza.

Langhe Doc Chardonnay “Alessandro” 2019 Gr.13

Il vitigno bianco più noto al mondo, può essere coltivato con ottimi risultati praticamente ovunque, si presta all’invecchiamento in botti di rovere con grandi qualità senza essere troppo incisivo. Nel 2015 denominato solo Langhe bianco, dal 2017 prima annata “Alessandro” Chardonnay in purezza, dedicato al padre di Gianfranco Bovio.

Vinificazione ed Affinamento: La fermentazione alcolica viene avviata con lieviti selezionati a temperatura controllata, per poi passare in barrique dove viene ultimata. Il vino rimane all’interno per alcuni mesi per poi essere imbottigliato alla primavera successiva.

Il vino

Il suo colore vira sul giallo paglierino con ricchi riflessi verdolini. All’olfatto prevalgono note fruttate e floreali, con sensazioni di acacia, ginestra con pesca e mela, gli agrumi, cedro, ananas arricchiscono nella fusione tostata di burro di arachide, miele e una leggera vaniglia in sottofondo.

Al palato è avvolgente e ben strutturato, con freschezza e sapidità, che garantiscono la sua longevità, in una persistenza lunga, con lievi cenni speziati. Chardonnay di ottima fattura, avvolgente e intrigante.

Una bella esperienza quella trascorsa da Gianfranco Bovio, con Robert Tofan che ha saputo guidarmi, con professionalità e maestria, lungo la giusta atmosfera di degustazioni, ricche di aneddoti e dettagli. E ringrazio Alessandra Bovio per l’ospitalità.

di Sergio Garreffa
(sommelier professionista AIS – II classificato Nebbiolo Master 2017 AIS)

Mail sgbarolo@gmail.com
Cell. 347/5812919


Azienda Agricola Bovio Gianfranco
Borgata Ciotto, 63 – Frazione Annunziata
La Morra (CN)
boviogianfranco@boviogianfranco.com
Tel. 0173 50667

Sergio Garreffa

Appassionato di cibo e vino, che ha inizio nel lontano 1982, con una carriera da degustatore professionista A.I.S. dal 2018 al 2022 Delegato del Tigullio Promontorio Portofino. Ambasciatore del Vermentino dal 2016 e miglior Sommelier della Liguria 2011, nonché secondo al master del Barolo, Sagrantino e Lambrusco e terzo posto al Prosecco e Friulano. Oggi con grande passione e amore qui su Art & Wine per recensire e descrivere le storie di importanti aziende del settore vinicolo.

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