MASCARELLO, NELLA STORIA SECOLARE DEL BAROLO “MARCALEONE” MONPRIVATO. Una Tradizione Familiare cominciata nel 1881
di Sergio Garreffa
(sommelier AIS – II classificato Nebbiolo Master 2017 AIS)
Il motto aziendale: “Solo la memoria del passato può aprirci la strada del futuro”
La cantina di Giuseppe Mascarello è un Monumento che rispecchia la storia e la tradizione del popolo piemontese. Le langhe piemontesi sono per il sottoscritto più un luogo dello spirito, che un’espressione puramente geografica.
Lo sono perché i langaroli hanno un carattere distintivo, sono sognatori e trattano i loro sogni come le glebe di terra e li conservano in un’aureola di mistero nei loro vini di temperamento, di carattere, come il loro Barolo. Pochi altri vini sono in grado di esprimere con sfumature diverse un territorio estremamente ristretto.
Giuseppe Mascarello l’antesignano, è stato radicato nel suo territorio, i vini come il Barolo Monprivato oggi è un vero capolavoro, famoso nel mondo. Nonostante il loro successo, per l’alta qualità del prodotto e il loro blasone, non smettono mai nella loro filosofia produttiva, cercare sempre di far apprezzare dai palati più raffinati e curiosi la loro impronta significativa per tutti i loro prodotti.
Famiglia Mascarello: una Storia iniziata nel 1881
La famiglia Mascarello si occupa di viticoltura da un secolo e mezzo, all’inizio erano mezzadri “Masué” in dialetto piemontese – (per la Marchesa Juliette Françoise Victurnienne Colbert di Maulévrier – 1785-1864 -proclamata Serva di Dio nel 2015 da Papa Francesco – moglie del Marchese Carlo Tancredi Falletti di Barolo – 1782-1838) – nella gestione della Cascina Manescotto nel Comune di La Morra.
Dal 1881 anno di fondazione, l’azienda è di proprietà della famiglia.
Fu Giuseppe Mascarello (1830-1902) che diedi l’avvio all’attività a Monforte d’Alba, con l’acquisizione di un appezzamento nella zona di Pian Polvere o Pianpolvere. (la storia narra che l’esercito napoleonico avesse nascosto quantitativi di polvere da sparo) La cascina Pianpolvere apparteneva al vescovo di Alba e con la legge Siccardi del 1850, con l’esproprio dei beni ecclesiastici questa tenuta venne messa in vendita.
All’epoca e precisamente nel 1883 il costo di una vigna andava dalle 2.400 lire nelle zone meno nobili fino alle 10.000 lire l’ettaro nella terra del Barolo. Oggi siamo arrivati a cifre astronomiche, per acquistare un ettaro iscritto alla Docg siamo intorno ai 1,2 milioni di euro. Dai 2,5 ai 4 milioni di euro per le zone più importanti delle Mga.
Dopo Giuseppe, l’attività prosegue con il figlio – un altro grande interprete della famiglia Maurizio Mascarello (1861-1922) detto il Morissio.Nel 1904 acquistò una cascina in zona Monprivato nel Comune di Castiglione Falletto. Nel 1919 comprò a Monchiero una costruzione del 18° secolo, che era adibita a locale di conservazione del ghiaccio naturale, dopo averla ristrutturata vi si trasferì la cantina e l’attività di famiglia, l’attuale residenza.
Nel 1921 piantò una parte del vigneto Monprivato viti di Nebbiolo innestate con la varietà del biotipo Michét – il nome ricorda la michetta, la pagnotta e si distingue per grappoli più piccoli e uve concentrate e ricche di polifenoli.
La grande saga della famiglia prosegue con Giuseppe Mascarello II – (1897-1983) Gepin per gli amici, alla morte del padre Morissio, nel 1923 prese le redini della cantina insieme al fratello Natale e dalle sorelle Giuseppina ed Adelaide, in seguito si divisero e presero diverse altre strade.
Giuseppe II negli anni cinquanta sostituì le vecchie botti con quelle nuove di Slavonia. Nel 1963 reimpiantò un clone della varietà Michet piantato da suo padre Maurizio nel 1920, la conoscenza e la sua naturale selezione ha portato quel vigneto che ha fatto e continua a fare grandi i loro vini e le Langhe…
Arriviamo così alla 4a generazione con Mauro Mascarello, dopo aver affiancato il padre nel 1967, ha assunto la responsabilità della cantina a Monchiero, fu anche la sua prima vendemmia.
L’esperienza lo ha portato a sperimentare vari e diversi sistemi di vinificazione, con la selezione delle migliori uve. Studiare attentamente la coltivazione delle vite e i processi di vinificazione lo ha portato a capire come si poteva agire per migliorare le qualità del vino, si trattava quindi di adottare pratiche diverse alla realtà della Langa, e nelle scelte occorreva perseguire un programma di innovazioni graduali…Fu tra i primi ad imbottigliare il Barolo da singolo vigneto.
Nel 1979 alla mancanza dello zio Natale acquistò la sua azienda, riunificandola in agricola Giuseppe Mascarello & Figlio.
Oggi insieme alla moglie Maria Teresa che si occupa della parte contabile ed amministrativa, al figlio Giuseppe enotecnico dal 1994 presso l’Istituto Tecnico Agrario ed Enologico di Alba, specializzandosi anche nel ramo amministrativo e legale, iscrivendosi alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Torino.
La figlia Elena si occupa principalmente della conduzione della vigna e alle degustazioni in cantina per gli ospiti che arrivano da ogni parte del mondo per conoscere la loro splendida realtà vinicola, naturalmente per assaggiare soprattutto l’icona dell’azienda, il Barolo Monprivato.
Il Vigneto Monprivato
Il vigneto Monprivato è un Marcaleone cioè di eccezionale valore qualitativo. È una lunga fascia collinare, con una esposizione uniforme in una estensione di 16 giornate piemontesi, ossia circa 6 ettari. Una giornata o giornà piemontese equivale generalmente a 3810 m² un quadrato di circa 62 metri di lato. L’origine di questa parola deriva dalla quantità di terreno lavorabile – arabile – mediamente da una coppia di buoi in una giornata.
Il terreno del vitigno Monprivato è una Mga un vigneto vocato e prestigioso, principalmente caratterizzato dal Tov o Tuv ossia marne bianco-grigiastre e la produzione di questo vigneto sono eccellenti, capace di produrre uve eccelse, tradizionalmente riconosciuto dai viticoltori e produttori di vino delle Langhe. un Barolo di struttura, ma dotato di eleganza e profumi molto intensi. L’azienda Mascarello riporta il nome in etichetta dal 1970.
Solo nelle grandi annate, a partire dal 1993 la “Riserva” Cà d’Morissio. Certamente uno dei territori vitivinicoli più suggestivi d’Italia, qui la viticoltura è un’arte e resilienza.
I vini che ottengono rispecchiano la tenacia, la determinazione dei vignaioli che li producono…Del resto il Nebbiolo è un vitigno esigente e arriva al raggiungimento favorevole a determinate condizioni, dalle caratteristiche del suolo, all’esposizione a mezzogiorno i Sorì – di solito in pendenza – al clima e ovviamente all’altitudine, tutto questo determina una percettibile variazione nella maturazione delle uve e di conseguenza si ottengono vini dalle peculiarità intrinseche elevate.
Degustazioni
In un bicchiere di vino, accanto alle sue componenti chimico-organolettiche, troviamo la storia, la cucina, l’arte e la poesia, di cui il vino prende vita.
È l’espressione delle capacità dell’uomo, del viticoltore a plasmare la natura a propria immagine, è portatore di molteplici significati e simboli che il vino ci parla degli uomini e della loro cultura. Da quando l’uomo ha incontrato la vite, ha avuto un rapporto significativo con questa pianta, ha plasmato paesaggi, tradizioni, linguaggi, valori e simboli sulla sua coltivazione e sul suo utilizzo.
Barolo Monprivato Docg Annata 2020 Gr.15
La fama di questo vigneto è storico (come documentato negli antichi archivi del 1666) e riconosciuto da tutti, appannaggio dal 1904 solo della cantina di Giuseppe Mascarello, è sicuramente senza ombra di dubbio una delle Mga (Menzione Geografica Aggiuntiva) tra le più autorevoli e prestigiose non solo di Castiglione Falletto. Renato Ratti nel 1985 nella sua “Carta del Barolo” classificava il Monprivato come uno degli undici vigneti storici di prima categoria, di elevate caratteristiche qualitative.
La vinificazione si svolge con la fermentazione tradizionale per circa 26 giorni a cappello emerso a temperatura controllata, dove si presta la massima attenzione ad ogni passaggio, per ottenere l’alta qualità delle uve, successivamente il vino affina in botti grandi di rovere di Slavonia per circa 34 mesi. Con una produzione di 12.500 bottiglie.
L’inverno del 2020 è stato mite con poche nevicate, escluso il mese di aprile la primavera è stata piovosa, soprattutto a maggio con temperature inferiori alla media.
L’estate non è stata secca, anzi giugno e luglio e agosto è stato caldo, con temperature oltre i 30 gradi e alcuni temporali che hanno portato piogge e vento e in alcuni casi la grandine.
Settembre ed ottobre con clima autunnale che ha favorito la maturazione anche fenolica dei grappoli, in particolar modo per il Nebbiolo.
Il vino: Il colore si presenta granato di media intensità, con calda sfumatura arancio. I suoi profumi sono fini di frutta fresca e lampone, la rosa canina e un tocco di spezie quasi piccanti, chiodi di garofano e ginepro.
Al palato è fragrante, con la rosa che si distingue, ovattata e amplificata, il tannino non troppo fitto ma di buona grana, comunque vigoroso, che dona al vino persistenza e un carattere dinamico e allo stesso tempo suadente, maschio ed elegante che ancora non si lascia catturare troppo strettamente e in questa sua ricerca di spazio evolutivo offre notevoli possibilità di sviluppo ed estensione. Un Barolo Monprivato che sa offrirsi nei suoi primi anni, è bene attenderlo ancora qualche anno per goderne appieno delle sue ricchezze… Stupendo.
Barolo Monprivato Docg – Annata 2019 Gr.14,5
L’annata del 2019 con un inverno alterno, con periodi freddi e altri temperati, con pochissima neve tra dicembre e febbraio, con marzo stabile, invece le maggiori piogge si sono avute tra aprile e maggio e un calo della temperatura. L’estate con una durata fino alla fine di settembre, con diversi temporali che hanno assicurato una buona presenza idrica, per una bella vendemmia dei vari vitigni.
Con una produzione annua di 8500 bottiglie.
Il vino: Ha un timbro color granato di media intensità, con caldo riflesso aranciato. Al naso si avvertono subito richiami di frutti ed ai fiori canditi come la violetta e la rosa, seguono spezie dolci e morbide tra la cannella e i chiodi di garofano, il frutto quindi si fa maturo ma ricco di rimandi silvestri e rinfrescanti.
Al palato è immediata la trama tannica, si presenta fitta e fine, ampia e vigorosa, segnando le parete della bocca con la sua ruvidità, il gusto è fruttato, maturo e concentrato, donandoci una consistenza e una persistenza fine e lunghissima.
Il Barolo Monprivato 2019 è capace di lungo invecchiamento, anche se è già piacevole e si fa apprezzare appieno per le sue doti intrinseche…Emozionante.
Barolo Perno Vigna Santo Stefano – Annata 2020 – Gr. 15
Percorrendo la strada che scende da Monforte e va verso Castiglione Falletto si incontra la borgata Gabutti, da qui si può estasiarsi del vigneto, le vigne più belle – terre in cui la vite si pianta senza picconare, è tutto tufo friabile- Santo Stefano di Perno è il posto migliore per il Nebbiolo da Barolo.
Non tutti sanno ma la frazione di Perno era un comune autonomo, gli anziani del posto l’hanno sempre definito un grande Marcaleone, l’eccellenza assoluta, il posto migliore per le uve di Nebbiolo, per l’alta classe di questa denominazione. Il vigneto di Santo Stefano Perno, appartiene alla famiglia Mascarello dal 1989.
La vendemmia è manuale e la vinificazione è tradizionale con cappello in sospensione per circa 25 giorni, in seguito il vino si affina in grandi botti di rovere di Slavonia per circa 34 mesi.
Il vino: Ha un colore granato di buona profondità e impreziosito da un riflesso aranciato. Una certezza floreale al naso di rosa canina ed un tocco di legna arsa che si tramuta in liquirizia e anice stellata, con spezie dolci e morbide in un frutto maturo di lampone e ribes.
Al sorso è il frutto a primeggiare rinvigorito da una vena acidula e da un tannino fine e dinamico che contribuisce alla dolcezza ed alla morbidezza e hanno il potere di aumentare lo spessore gustativo e di allungare la persistenza. Ottima espressione generale, con una certa possibilità di aumentare la fusione aromatica con qualche anno di maturazione in più…Geniale.
Langhe Nebbiolo Doc – annata 2022 Gr. 14
Il vino: è un vino che sposa bene le sue caratteristiche varietali e le sue doti territoriali, caratteristiche del Nebbiolo.Il merito è di Mauro, un viticoltore molto attento e preciso. D’altra parte i suoi vini sono l’emblema della sua terra, molto saporiti e soprattutto che richiamano la beva.
Il Langhe Nebbiolo ci propone profumi floreali e fruttati, con in evidenza un frutto rosso di sottobosco non completamente maturo di ciliegia e susina, fragolina, mirtilli, ma anche note di spezie dolci e leggermente piccanti. Sorso elegante e articolato, in grado di trasmettere tutti i suoi sapori. Il tannino necessita di un po’ di tempo per mostrarsi meno severo, chiude con una persistenza lunga ed articolata.
Dolcetto d’Alba Doc – annata 2022 Vigna Santo Stefano di Perno.
Il vino: Il suo aspetto vira dal rosso rubino fitto e profondo con leggeri riflessi violacei. Gradevole all’olfatto con sensazioni di viola, mirtillo, melograno e visciole selvatiche e spezie decisamente dolci, in sottofondo mora e prugna.
Al palato non demorde, caldo, in un tannino avvolgente in una piacevole sapidità e freschezza, chiude con una persistenza lunga su piacevoli accenni fruttati i suoi punti di forza, caratteristiche di questo vitigno che rispecchia il microclima e il suo terreno di Langa.
Barbera Scudetto Doc – Annata 2020
Il vino: All’esame visivo la sua veste va dal rosso rubino a riflessi leggermente violacei. L’olfatto molto vigoroso, in questo caso spinge sulla marasca e piccoli frutti rossi, con una viola mammola e giaggiolo e rose appassite, caratteristiche di questo vitigno che rispecchia il suo microclima e il suo terreno.
Al palato è eclatante, morbido e caldo, sorretto da un leggero tannino presente, ma piacevole e aggraziato, al retrogusto una persistenza aromatica intensa, dove si percepiscono e si esaltano fragranti note di sottobosco.
Il vino ci parla della cultura e degli uomini che l’hanno prodotto, dei loro valori etici ed estetici, delle loro dottrine, per questo rientra a pieno titolo al pari della lingua o dell’arte nella definizione di Patrimonio culturale, inteso come testimonianza, materiale o immateriale, avente valore di civiltà.
La mia gratitudine va a Mauro ed Elena Mascarello, per questa splendida giornata, per avermi dato la possibilità di conoscere da vicino la loro lunga storia, per l’accoglienza e l’ospitalità è stata ampiamente apprezzata.
Ringrazio Elena gentile e premurosa, per aver condiviso con me la sua esperienza nelle varie degustazioni delle loro eccellenze. I vostri vini hanno suscitato in me belle e gradite emozioni e arricchito enormemente a livello professionale ed umano… Grazie
Sergio Garreffa
Sommelier dal 1982 Professionista, Degustatore.
sommelier AIS – II classificato Nebbiolo Master 2017 AIS)
Cell. 347 5812919
e-mail sgbarolo@gmail.com
Azienda Agricola Giuseppe Mascarello e Figlio di Mauro Mascarello & C. s.s.
Strada del Grosso, 1 – 12060 Castiglione Falletto Cuneo.
Cantina di vinificazione ed affinamento –
Via Borgonuovo, 108 – 12060 Monchiero – Cuneo
Tel. +39 0173 792126 – Fax +39 0173 792124
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