TURNER MITOLOGICO ALLA REGGIA DI VENARIA. Anche “Bacco e Arianna” alla grandiosa Mostra in partnership con la Tate UK
Nell’immagine di copertina particolare di Bacco e Arianna – Joseph Mallord William Turner
Dopo il successo riscosso lo scorso anno dalla mostra John Constable. Paesaggi dell’anima, alla Reggia di Venaria prosegue anche nel 2023 la prestigiosa collaborazione con la Tate UK celebrando l’altro grande pittore romantico inglese: Joseph Mallord William Turner (1775-1851).
La mostra, curata dalla storica dell’arte inglese Anne Lyles, è intitolata Turner. Paesaggi della Mitologia e presenta dal 13 ottobre 2023 al 28 gennaio 2024 un’imperdibile selezione di una quarantina di opere provenienti dal celebre museo londinese; dipinti nei quali Turner esprime non solo la predilezione per la pittura di paesaggio, ma anche il suo grande interesse per la mitologia greco-romana.
Il pubblico trova nelle sei sezioni delle Sale delle Arti del primo piano sia i grandi dipinti a olio su tela, realizzati da Turner per essere esposti alla Royal Academy di Londra, sia gli acquerelli e gli schizzi dove l’artista manifesta con estrema spontaneità la sua interpretazione romantica della Natura e soprattutto del Mito classico.
Turner è uno degli artisti britannici più apprezzati e conosciuti al mondo, diventato celebre per i suoi dipinti di paesaggio, dove la Natura è concepita nell’ambito di una estetica del Sublime con fitte nebbie, tempeste di mare e fenomeni naturali che incutono timore all’uomo e nel contempo attraggono, l’esatto opposto della visione pittoresca e rasserenante di Constable.
Affermatosi a livello internazionale all’inizio dell’Ottocento dipingendo grandi tele per le rassegne ufficiali, Turner raffigura scene tratte dalla Bibbia, dalla letteratura classica e dalla mitologia con uno stile ancora influenzato dai suoi due predecessori francesi: Nicolas Poussin e Claude Lorrain.
Si appassiona ai personaggi della mitologia (le battaglie tra eroi e mostri; le storie d’amore di Ovidio, Virgilio e altri autori classici) studiando alla National Gallery di Londra i dipinti degli Old Masters (Antichi Maestri). Inoltre, durante i suoi anni da studente della Royal Academy, impara a riprodurre fedelmente, a matita o a gessetto, i calchi delle più celebri statue del mondo classico, quali l’Apollo del Belvedere.
A influenzare ulteriormente i suoi quadri di mitologia classica contribuì Richard Wilson, artista britannico che nella seconda metà del Settecento visse per un lungo periodo nel sud Italia, tra Roma e Napoli. Le sue tele erano abitate da figure della classicità o mitologiche, immerse in paesaggi idealizzati, ma fortemente influenzati da luoghi reali che aveva visitato.
Il desiderio di Turner di conoscere dal vero i paesaggi italiani di Wilson si realizzò solo nel 1819, per le difficoltà che comportava un viaggio in Europa durante le guerre napoleoniche. In Italia Turner tornò poi nel 1828 per un soggiorno più prolungato.
Dopo questi due viaggi in Italia, Turner utilizza proprio i paesaggi italiani (reali o di fantasia) come sfondo per i soggetti mitologici. Alcune opere in mostra, come The Bay of Baiae with Apollo and the Sibyl del 1823 (Il golfo di Baia con Apollo e la Sibilla), documentano come il soggetto mitologico sia trattato da Turner con sempre più dettaglio e consapevolezza storica.
Lo sfondo di rovine romane e la figura della Sibilla Cumana, ben rappresentano i temi principali che l’artista aveva più a cuore e che lo caratterizzano: bellezza e decadenza, gloria e declino, fragilità della vita e caduta degli imperi.
La mostra è a cura di Anne Lyles ed è organizzata in collaborazione con la Tate, UK
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